Millico: perché sì. Toro, se non ora quando?

Da Zaniolo, prossimo avversario, a Kean: gli altri club hanno il coraggio di osare. La tradizione granata ma anche la logica spingono il bomber da record della Primavera. E il trend generale prova che credere nei giovani paga
Millico: perché sì. Toro, se non ora quando?© www.imagephotoagency.it

TORINO - Che la distanza tra Juve e Bologna sia tendente al siderale è un dato oggettivo, e spiega ma solo in parte perché Allegri, al Dall’Ara in Coppa Italia, abbia affilato l’attacco bianconero con Moise Kean, contro i rossoblù in campo dall’inizio. Un classe 2000 che nel 2016-’17 è stato impiegato da Allegri tre volte in campionato (un gol) e una in Champions. Nella passata stagione, invece, Kean è stato prestato al Verona, dove è maturato in serie A grazie a 19 partite giocate (4 le reti, una delle quali segnata al Toro: in fuorigioco, ma questo è un altro discorso).

Ebbene tra i granata, meglio nelle giovanili granata, c’è un altro 18enne - di pochi mesi più giovane di Kean - che nella Primavera segna ogni 58’: Vincenzo Millico, attaccante affamato come pochi che in prima squadra non solo non ha esordito, ma non è nemmeno stato convocato. In panchina, contro la Fiorentina e in diverse altre occasioni, è invece andato Vitalie Damascan, che Mazzarri farà anche bene a non scaricare, ma che fin qui con Coppitelli ha disputato tre gare, in campionato, senza mai segnare un gol. Un trend opposto a quello di Millico, il quale vanta molti più gol realizzati che partite disputate (14 presenze e 21 reti!).

C’è qualcosa che non torna, insomma. A maggior ragione andando a rileggere quanto dichiarato da Gaetano Paolillo, agente dell’attaccante, al momento del rinnovo di contratto con il Toro (sottoscritto fino al 2023). Ecco come motiva la scelta di legarsi al club di Cairo, dopo gli inizi con la Juve (curiosamente Kean ha compiuto il percorso opposto, terminati i tre anni con i Pulcini granata): «La scelta di lasciare la Juve non dipese dal tifo o da chissà quali antipatie, fu una scelta legata al suo futuro. Voleva una squadra nella quale seguire un percorso completo fino alla prima squadra, e pensava che nel Torino ci sarebbero state più possibilità di crescere e migliorare». Ebbene Millico è in effetti clamorosamente evoluto, ma solo a livello di settore giovanile. Tanto da passare direttamente dall’Under 17 alla Primavera, nel 2017-’18 (nella stagione precedente, ad appena 16 anni, prende parte al Torneo di Viareggio andando in rete nel 2-0 alla Reggiana).

GAETANO E RICCARDI - Il sunto della storia è che a parità di valori - detto che non sono pochi a prevedere una carriera più luminosa per Millico, rispetto a Kean - a fronte di una Juve che ha svezzato il suo millennial c’è un Toro che cresce il suo come un bamboccione. Sconfessando una tradizione (sempre più antica, in realtà e purtroppo) secondo cui quella granata è sempre stata una società coraggiosa nel lanciare i giovani.

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