Jesé, lo manda Rafa. Martin Vazquez spinge l'ex Real: «Che talento, scommessa da fare»

L'ex centrocampista del Torino: «Me lo ricordo giovane fenomeno a Madrid: se ha messo la testa a posto, in prestito è un affare»
Jesé, lo manda Rafa. Martin Vazquez spinge l'ex Real: «Che talento, scommessa da fare»© MARICCHIOLO GABRIELE/PEGASONEWSP

La voce di Rafael Martin Vazquez, 53 anni di classe ed eleganza, riporta indietro nel tempo tra il fuoco dei ricordi. Grandi storie: quando il Toro comprava campioni anche in giro per il mondo e vinceva la Coppa Italia, dopo aver sfiorato lo scudetto e disputato quella finale maledetta di Amsterdam, in Uefa. Inizio Anni 90: un quarto di secolo è trascorso, ma pare più ancora. Però Rafa conserva sempre quella sua voce squillante. E i modi di un fuoriclasse anche della gentilezza. Disegnava traiettorie: ora i sentimenti. Perché prim’ancora che il discorso scivoli su Jesé, ex giovane talento di un Real del quale Martin Vazquez è stato insieme asso e bandiera, colonna e artista, Rafa comincia a porti lui una domanda dopo l’altra: «Che succede, lì? Ho visto che il Toro ha perso a Roma, dopo l’eliminazione in Coppa. Mi spiace. Manca sempre qualcosa per compiere un salto di qualità decisivo e duraturo».

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E parliamo di Jesé, ora: «Un gran bel talento. Mi piaceva molto quando era al Real. Prima il vivaio, poi l’esordio in prima squadra già a 18 anni. Dopo, una novantina di presenze, mi pare»: sì. «Segnando parecchio e regalando tanti assist, tante belle giocate. Mi è sempre piaciuto mol- t o. Era esplosivo. E con un bel talento nei piedi. Dribbling, scatto, finte, tiro. Ha tutto. Anche un bel fisico. Era pure un gran lottatore. Non era mai di peso alla squadra. Creava gioco, creava tanti pericoli in attacco, ma sapeva anche sacrificarsi per i compagni, per mantenere l’equilibrio. Aveva le qualità di un campione lanciato verso un bel futuro. Ma quel brutto infortunio al ginocchio del 2014 lo penalizzò tantissimo. Mesi e mesi fermo. Riprendere non fu facile, per lui. Comunque sia, ne venne fuori. Riprese a giocare, a segnare».

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Il Psg ora lo sta offrendo in prestito gratuito, pur di farlo riemergere. E’ disposto anche a pagare il 60% dello stipendio: lo si raccontava ieri. Contatti col Torino. Ma anche col Parma. Valutazioni in corso. «La scelta di lasciare il Real si rivelò sbagliata. Jesé non ha più trovato un ambiente ideale. E poi ha attraversato alcuni problemi famigliari, ha perso la serenità. Però chi lo conosce bene mi ha detto che è maturato. Che si sta allenando anche con un preparatore atletico personale, per restare in forma ed essere pronto a giocare. So che sta cercando una nuova opportunità per riemergere. Ha appena 25 anni, e il talento non si dimentica. E’ un bel jolly offensivo, un’ala di classe. Ama partire dalla sinistra e accentrarsi. Quando è al meglio, fa la differenza. E’ velocissimo: con i piedi e l’intuito. E davanti alla porta sbaglia raramente: fa sempre gol o fa segnare i compagni. Lo ha dimostrato tante volte nel Real. Qualche volta anche in Champions, non solo nella Liga. Una squadra come il Toro potrebbe essere l’ideale per lui. E’ un ragazzo che ha bisogno di sentire calore vicino a sé: e io conosco bene i tifosi granata. Ormai ha capito di dover recuperare in fretta il terreno perduto. Se adesso ha di nuovo la testa e le motivazioni giuste, e la necessaria umiltà, non avrà problemi a risorgere. E’ chiaro, non gioca da marzo. Difatti è anche una scommessa, sotto certi aspetti. Ma potrebbe rivelarsi un affare eccezionale per chi lo prenderà», date le ottime condizioni economiche che propone il Psg: si rischia poco nel portafoglio, e si può fare bingo.

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