Mazzarri esclusivo: «Toro, così ti riporto in alto»

Il tecnico della squadra granata in redazione per due ore e mezza, a confronto con i giornalisti. Notizie, retroscena, speranze e, soprattutto, una grande ambizione: ripetere gli exploit di Napoli, dall'Italia all'Europa
Mazzarri esclusivo: «Toro, così ti riporto in alto»© LaPresse

TORINO - Mazzarri, ha saputo di Spalletti? 
«Cosa??»

Ha detto che per la Champions è in corsa anche il Toro, se va avanti così. 
«Ahhh. Calma. Manteniamo l’equilibrio. E’ fondamentale proprio perché arriviamo da cinque risultati utili di fila. Il difficile arriva ora».

Anche perché lei ha una squadra piena di giovani. Certe amnesie e certi cali di concentrazione sono figli pure di scarsa esperienza. 
«Il campionato ti guarda in faccia. Ti mette alla prova. Ho il dubbio che la squadra non abbia ancora una piena consapevolezza di quanto sia forte. Ora lo ripeto anche qui da voi: così i giocatori se lo leggono pure sul giornale! Il salto di qualità da compiere è questo. Io sono stato giocatore e so come ragionano i giocatori. Chi fa l’allenatore deve essere bravo sia a insegnare sia a fare scelte anche difficili. E mi ha inorgoglito molto il fatto che nelle ultime cinque partite il Toro abbia giocato bene e fatto risultato anche se ho sempre cambiato le formazioni. Chiunque entri, sa cosa fare. E questo è successo perché col lavoro e con i miei metodi si è alzato il livello di competitività nella rosa. Nessuno si sente più titolare. Ed è proprio questa competitività che ci può far compiere un ulteriore salto di qualità».

E magari ad arrivarein Europa League giàquest’anno. Immaginidi avercela fatta: chetipo di programmazioneimpostereste, lei e Cairo?
«Non immagino. Penso solo al Chievo. Detto questo, il presidente è ambiziosissimo. E’ il primo che scalpita per ottenere risultati. Nel calcio moderno bisogna programmare le cose nel tempo e con giudizio. Quando arrivai a Napoli la squadra era vicina alla zona retrocessione. Ottobre 2009. Ma a maggio eravamo in Europa League. Poi cominciammo anche a lottare per lo scudetto. E a giocare in Champions. E vincemmo la prima Coppa Italia dopo Maradona»

Appunto: e a Torino?
«L’Europa League farebbeaumentare sensibilmentele risorse. Un bel vantaggio, sul mercato. E il doppio impegno, Coppa e campionato, permetterebbe di valorizzare meglio tutti i 23, 24 elementi di una rosa. Tanto per dire: da noi un ragazzo di potenzialità come Lukic avrebbe avuto più occasioni per emergere prima. In ogni caso una giusta programmazione impone di non fare passi più lunghi della gamba. Prima parlavamo del mio Napoli, no?».

Un Napoli splendido: con Cavani e Lavezzi. E Hamsik.
«Ma all’inizio, quando furono presi, nessuno era chi è poi diventato. Lavezzi valeva solo 8 milioni. Non era ancora sbocciato a certi livelli. Idem Hamsik: era stato un investimento economico normale. E Cavani era stato un po’ scaricato da Zamparini perché correva e correva, ma vedeva poco la porta. E poi sono diventati i giocatori che sono diventati: assi di valore enorme. Invece, fare il passo più lungo della gamba non funziona quasi mai. Non bisogna comprare i giocatori per suscitare clamore o far contenti i tifosi. La programmazione significa provare a tenere i migliori, allevarsi i talenti nel vivaio e di cercare sul mercato dei campioni che ancora non sono campioni. Ma che lo possono diventare col lavoro. Bisogna migliorare la rosa sulla base della forza economica che hai. Prendere un giocatore fuori budget spesso è un errore strategico anche per gli equilibri dello spogliatoio. E programmare significa anche saper sfoltire: per poter allenarci tutti bene dobbiamo essere in 22, 23 giocatori». 

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