Galli: «Torino, l'Europa è possibile»

Una vita in vila ma un pezzo di cuore granata: «Sono stato tra gli ultimi ad allenarmi nel vecchio Filadelfia, usando gli armadietti del Grande Torino. Fiorentina, troppe voci di mercato e tensioni»
Galli: «Torino, l'Europa è possibile»

Giovanni Galli, domenica il Franchi ospiterà FiorentinaTorino. Una sfida per l'Europa, se non fosse per la classifica dei viola.
«Beh, questo Torino può lottare fino in fondo per quell'obiettivo. Sta raccogliendo i frutti del buon lavoro di questi anni, dalla società all'allenatore. Conosco Mazzarri, è un tecnico concreto, impegnato 24 ore su 24, capace di insegnare calcio come pochi. E non ha mai fallito una stagione».

Dunque può essere davvero l'anno dell'Europa granata?
«Sicuro. Hanno un presidente ambizioso, una tifoseria appassionata e un bel mix di giocatori giovani ed esperti».

La sconfitta interna col Bologna rischia di pesare?
«Per il Toro non è cambiato nulla. Veniva da una striscia positiva e ha giocatori bravi nei ruoli chiave».

A iniziare da Sirigu che lei conosce molto bene.
«Seguo Salvatore da quando giocava nella Primavera del Palermo. Un giorno mi chiamò Mondonico per dirmi che stava cercando per la Cremonese un portiere con determinate caratteristiche. Gli dissi: 'Prendi Sirigu'».

Cosa l'aveva colpita del futuro numero uno granata?
«Era giovane ma già sapeva non solo parare: anche gestire il gioco, le emozioni, trasmettere qualcosa ai compagni. Se non avesse avuto due problemi, avrebbe potuto ottenere ancor più in carriera».

A quali problemi si riferisce?
«Ha trovato in Nazionale Buffon e si è trasferito al Psg. Un club di grande prestigio con cui ha vinto tutto. Ma quella scelta lui l'ha fatta quando ancora in Italia non c'era grande apertura verso chi giocava all'estero. Da qualche parte è ancora così, basta vedere il dualismo Neuer-Ter Stegen nella Nazionale tedesca».

 

 

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