Milinkovic-Savic vuole solo il Toro: il rinnovo sta per arrivare

Il portiere granata si dice "sempre più legato a questa maglia". Ma buona parte dei tifosi rimane scettica

Riconoscenza. Un termine desueto, soprattutto nel mondo del calcio. Perché di fronte ai soldi ogni pensiero puro, in molti casi, cambia alla velocità della luce. Le eccezioni, però, esisto- no. Vanja Milinkovic-Savic, almeno a parole, rientra in questa casistica. A proposito delle trattative per il rinnovo di contratto col Toro, che ovviamente prevede un adeguamento salariale, il portiere serbo si è espresso così prima della gara contro il Sassuolo: «Ci tengo tanto: da anni sono legato a questa maglia ed è sempre bello sapere di poter andare ancora avanti insieme. Juric è stato l’unico ad aver visto le mie qualità, mi ha dato fiducia dall’inizio. Gli devo tanto». Non solo al tecnico, a dire il vero. Il primo a scommettere su Milinkovic-Savic è stato Davide Vagnati, in tempi in cui sarebbe stato facile scaricarlo. Il ds ha voluto fortemente Vanja come erede di Salvatore Sirigu, così Juric ha avuto modo di provarlo. E non si è mai pentito di questa scelta, nemmeno dopo alcuni errori della passata stagione, che per una parte del girone di ritorno lo hanno fatto scivolare dietro a Berisha. In questo campionato, però, la titolarità di Milinkovic-Savic non è mai stata messa in dubbio. Ed è grazie a questa certezza che è riuscito a conquistare la maglia da titolare della Serbia ai Mondiali: non una cosa da poco, considerando il valore della nazionale balcanica.

La maturazione di Vanja e l'accordo a breve

Dunque, i discorsi fra la società e l’agente Mateja Kezman proseguono senza soste. A breve si troverà un accordo di massima, che consentirà al Toro di estendere un contratto che va blindato a tutti i costi. Soprattutto perché la storia della fioritura di Milinkovic-Savic si è rivelata un percorso irto di ostacoli. Sviluppatosi anche in mezzo a scivoloni e prestiti poco fortunati. A sei anni dal suo approdo a Torino, però, Vanja è diventato un uomo. Adulto in tutti i sensi: dentro e fuori dal campo. Amatissimo nello spogliatoio e molto apprezzato dallo staff di Juric. In società, poi, è considerato un patrimonio del presente e del futuro, per questo la revisione dell’attuale contratto è uno dei primi nodi da sciogliere per il Toro in vista della prossima stagione. Ma ormai ci siamo. La prestazione incerta di Sassuolo, con la respinta rivedibile su Laurentié in occasione del vantaggio firmato Pinamonti, non intacca in alcun modo la credibilità del classe ‘97 anche se molti tifosi sul suo conto restano scettici. Sensibilmente migliorato quest’anno, ma non ci sono limiti alla crescita. Di spazi da colmare, infatti, ce ne sono: può uscire meglio sui palloni alti e può ancora lavorare tanto sull’autostima, che gli consentirebbe di essere meno istintivo e più riflessivo. Passaggi normali per un ragazzo che, negli ultimi venti mesi, è passato dall’essere quasi un esubero al Toro a diventare il numero uno indiscusso della Serbia, nonché un portiere finalmente affidabile in Serie A. A breve arriverà la fumata bianca sul prolungamento della sua avventura in granata: un passaggio necessario per impostare il futuro, ma allo stesso tempo una svolta che Vanja vuole fortemente già da qualche mese.

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