Toro, Zapata lotta, corre, cresce: adesso punta il Sassuolo

Il Torino ha bisogno di ritrovare la sua pantera in attacco: è rimasto a digiuno, però ha convinto più di Sanabria
Toro, Zapata lotta, corre, cresce: adesso punta il Sassuolo© LAPRESSE

TORINO - Duvan Zapata c’è e sta bene. Nella serata di Coppa Italia contro il Frosinone, il colombiano era uno degli uomini più attesi in casa Torino. Era stato costretto a saltare la partita contro l’Inter per un fastidio muscolare, per lo stesso motivo aveva cominciato dalla panchina anche la gara di Lecce e, quando nel secondo tempo era poi entrato in campo, si era visto che non era al meglio della forma. Ha lasciato un’impressione completamente diversa ieri sera, soprattutto dal punto di vista fisico: ha retto anche il confronto con un difensore tosto come Okoli (tra l’altro suo compagno di squadra ai tempi dell’Atalanta): ha lottato, tenuto palla, fatto salire la squadra. Ma la dimostrazione del fatto che la sua condizione sia tornata su buoni livelli la si è avuta soprattutto vedendolo rientrare nella propria metà campo, anche nel corso del secondo tempo quando la fatica ha iniziato a farsi sentire maggiormente: ha aiutato la squadra in fase difensiva quando il Frosinone attaccava e ha anche recuperato alcuni palloni al limite dell’area facendo poi ripartire l’azione del Torino.

Il gol sarebbe stato la classica la ciliegina sulla torta, un premio meritato per la prestazione fornita. Non si può dire che Zapata non ci abbia provato: è stato il primo a scaldare i guantoni di Cerofolini nel primo tempo con un colpo di testa che il portiere ha però inchiodato al terreno, ci ha poi provato in rovesciata ma senza riuscire a colpire nel migliore dei modi il pallone che è terminato sul fondo. Quella contro la Roma resta dunque, per il momento, l’unica sua marcatura in maglia granata, quaranta giorni fa. Di occasioni per rimpinguare il proprio bottino ne avrà ancora molte perché per Juric è uno dei pochi titolatissimi di questa squadra, uno di quei giocatori a cui non rinunciare mai a meno che non si sia obbligati da forze maggiori (come accaduto proprio contro l’Inter).

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Sostituzione prevista

Facile quindi immaginare che lunedì sera, contro il Sassuolo, sarà ancora una volta Zapata a guidare l’attacco del Torino che, ancora una volta, sarà a due punte (tanto più con Pellegri uscito anzitempo per problematiche muscolari). Ed è anche per questo che nel secondo tempo, con i supplementari che si avvicinavano sempre di più, Juric lo ha richiamato in panchina inserendo al suo posto Karamoh: ha bisogno di averlo fresco per le prossime partite, per tentare di risalire la classifica in campionato.

L’intesa con Sanabria

A proposito dei due attaccanti: come era già accaduto contro la Lazio, al fianco del colombiano ha giocato Sanabria. Nella cupa serata dell’Olimpico, nonostante una prestazione generale non sufficiente, i due erano piaciuti a Juric. E l’allenatore sarà certamente più felice di questa coppia ora che l’intesa si sta affinando sempre di più: non è un caso che una delle azioni più pericolose del Torino nel secondo tempo sia nata proprio da una combinazione tra i due attaccanti, con la sponda di Zapata per il compagno che, arrivato al limite dell’area avversaria, ha poi scaricato su Gineitis prima che l’azione si concludesse. Zapata e Sanabria hanno bisogno ancora di tempo per migliorare la propria intesa, come d’altronde è naturale che sia, ma le impressioni che hanno lasciato sono comunque positive. Soprattutto il colombiano.

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TORINO - Duvan Zapata c’è e sta bene. Nella serata di Coppa Italia contro il Frosinone, il colombiano era uno degli uomini più attesi in casa Torino. Era stato costretto a saltare la partita contro l’Inter per un fastidio muscolare, per lo stesso motivo aveva cominciato dalla panchina anche la gara di Lecce e, quando nel secondo tempo era poi entrato in campo, si era visto che non era al meglio della forma. Ha lasciato un’impressione completamente diversa ieri sera, soprattutto dal punto di vista fisico: ha retto anche il confronto con un difensore tosto come Okoli (tra l’altro suo compagno di squadra ai tempi dell’Atalanta): ha lottato, tenuto palla, fatto salire la squadra. Ma la dimostrazione del fatto che la sua condizione sia tornata su buoni livelli la si è avuta soprattutto vedendolo rientrare nella propria metà campo, anche nel corso del secondo tempo quando la fatica ha iniziato a farsi sentire maggiormente: ha aiutato la squadra in fase difensiva quando il Frosinone attaccava e ha anche recuperato alcuni palloni al limite dell’area facendo poi ripartire l’azione del Torino.

Il gol sarebbe stato la classica la ciliegina sulla torta, un premio meritato per la prestazione fornita. Non si può dire che Zapata non ci abbia provato: è stato il primo a scaldare i guantoni di Cerofolini nel primo tempo con un colpo di testa che il portiere ha però inchiodato al terreno, ci ha poi provato in rovesciata ma senza riuscire a colpire nel migliore dei modi il pallone che è terminato sul fondo. Quella contro la Roma resta dunque, per il momento, l’unica sua marcatura in maglia granata, quaranta giorni fa. Di occasioni per rimpinguare il proprio bottino ne avrà ancora molte perché per Juric è uno dei pochi titolatissimi di questa squadra, uno di quei giocatori a cui non rinunciare mai a meno che non si sia obbligati da forze maggiori (come accaduto proprio contro l’Inter).

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