Dal Cagliari al Cagliari: Torino, in mezzo c'è l'Europa

Accesso alle Coppe credibile con qualche gol in più: Zapata e Sanabria devono però migliorarsi (4 e 3 le reti fin qui). La variabile entusiasmo
Dal Cagliari al Cagliari: Torino, in mezzo c'è l'Europa© Getty Images

TORINO - La ripartenza nel girone di ritorno, dopo un’andata infiammata dai risultati maturati tra il tardo autunno e l’inverno, è planata su uno 0-0 a Marassi contro il Genoa dai due volti: a una perfetta fase difensiva si è accompagnata una fase offensiva sterile, come testimoniato dall’assenza di conclusioni nella porta di Martinez. Alla seconda dopo il giro di boa il Toro si rimetterà in moto contro il Cagliari in trasferta (venerdì prossimo), e questo dopo aver affrontato i sardi alla prima assoluta il 21 agosto scorso.
 
Un buon incrocio per consentire un raffronto tra la squadra di Juric delle origini e la recente. La  era rimasta ancorata al modulo (3-4-2-1) che aveva tirato fuori il Toro dalle secche di salvezze sofferte e poi lo aveva confermato a metà classifica, non aveva ancora Zapata, né un Sanabria n un Ilic restituiti a miglior condizione. Questo è passato al 3-5-2 trovando un’evoluzione nelle prestazioni e nei risultati positivi che mai come in questi due anni e mezzo di gestione Juric fanno sperare i tifosi granata. A quel tempo Milinkovic-Savic era un’incognita, mentre Djidji era indisponibile, e Buongiorno non aveva raggiunto la rotondità del ruolo poi manifestata.
Perché i due centravanti potessero essere immaginati sarebbe servita una terza punta che il 21 agosto il tecnico croato non aveva: con Sanabria - in ritardo - c’era soltanto Pellegri. Zapata avrebbe esordito contro il Genoa, in quella che all’andata era la terza giornata (perfetta inversione rispetto al Cagliari: affrontato alla prima dell’andata e alla terza del ritorno).

Il Torino e il soffio d'Europa

Quello che - in queste due settimane impegnato in allenamenti intensi e continui resi possibili dall’impegno contro la Lazio, rimandato per l’impegno dei biancocelesti in Supercoppa - riemergerà dalla sosta sull’Isola dei Nuraghi è un Toro che sente il soffio dell’Europa, e respira positività avvalorata dai risultati: 19 i punti conquistati nelle ultime 11 giornate. Per salire quel paio di gradini che potranno stabilire la squadra nelle prime sette posizioni i granata devono confermarsi, cambiando marcia se si guarda alla realizzazione. E in parte anche alla costruzione del gioco. Sciolto contro la Salernitana e il Sassuolo, l’Atalanta e il Napoli, ma altre volte proposto a ondate, e altre ancora latitante anche per qualche cambio opinabile o per l’idiosincrasia a cambiare lo spartito. Anche nei singoli si può pensare a una progressione: se tornando a Buongiorno andrebbe più che bene un mantenimento, guardando a Vojvoda e Lazaro, Ilic, Ricci e Gineitis come magari anche Pellegri si può pensare a una crescita. Da affrontarsi numericamente nei gol pensando a quelli segnati da Sanabria e Zapata: 7 in totale, rispettivamente 3 e 4. Si può fare ben di più, alla luce del fatto che quella contro il Cagliari sarà la 22ª giornata (ma la 21ª effettiva visto che con la Lazio l’appuntamento è rimandato). Servono i gol delle punte, serve che Bellanova da destra sprinti e calibri il cross: al primo punto è spesso decisivo, al secondo la tecnica potrà lievitare. Poi tocca a Ilic far cadere sempre più parabole insidiose a centro area, a Ricci tornare nella versione che più piaceva. Tutto questo contro il Cagliari: a fine agosto era arrivato un punto dopo una partita fiacca, in seguito alla quale il 4-1 subito dal Milan aveva acceso un allarme arancione se non rosso. A invertire la rotta erano arrivati i successi contro Genoa e Salernitana firmati Radonjic. Sì, quello era però tutto un altro Toro, nel bene come nel male.

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