Galante: "Toro, sarà durissima ma non è ancora finita"

Intervista all'ex centrale granata, che domani sarà in tribuna a San Siro per festeggiare lo scudetto nerazzurro: "Ma sono sicuro che nessuno farà sconti"
Galante: "Toro, sarà durissima ma non è ancora finita"© LaPresse

Torino - Due squadre in particolare hanno posto nel cuore di Fabio Galante: Inter e Torino. A Milano ha vissuto tre anni dal 1996 al 1999, prima del passaggio in granata fino al 2004. Domani sarà a San Siro, per gustarsi la festa scudetto dei padroni di casa, ma anche per sperare che il Toro possa ancora tentare di agguantare la zona Europa.

Inter-Torino, curiosità e statistiche

Inter-Torino arriva in un momento diametralmente opposto per le due squadre. I nerazzurri domani festeggeranno il 20° scudetto in grande stile, i granata invece hanno bisogno come il pane di punti per l'Europa. Può essere un vantaggio per Juric?
«Ovviamente la partita per il Toro ha un peso notevole. L’Europa è ancora un’ipotesi viva, devono crederci perché davanti nessuna sta correndo e ci saranno parecchi scontri diretti. Ma al clima di festa, in grado di alleggerire l’Inter, ci credo poco: nessuno farà sconti. Per il Toro sarà una gara difficile, contro un’Inter che giocherà con testa e gambe più leggere. A Juric serve una vittoria, ma contro una squadra che ha perso una sola partita in tutto il campionato diventa difficile...».

Quanto pesa, in casa Toro, il mancato successo contro il Frosinone?
«Tantissimo. Però va detto che ha affrontato uno dei peggiori clienti di questo periodo: il Frosinone ultimamente sta bene e ha anche quella sana disperazione di chi si deve salvare. Vincere non era così scontato, soprattutto per un Toro che non si trova tanto a proprio agio quando deve fare la partita. Nonostante questo, comunque, penso che il campionato finora sia stato buono: ha una media punti più alta dell’ultimo biennio. Se la stagione finisse oggi darei un 6,5, ma è un voto ancora migliorabile con le ultime cinque gare. Poi si potrà dare un giudizio completo».

In un anno in cui l’Italia può addirittura piazzare più di 8 squadre in Europa, quanto rammarico avrebbe il Toro se non riuscisse ad arrivarci?
«Tanto, perché è difficile che una stagione del genere possa ricapitare in tempi rapidi. Sarebbe una grande occasione buttata via. Noi nel 2002 con Camolese, per esempio, siamo stati molto bravi ad andare in Intertoto, approfittando anche dei passi falsi delle altre. Quella squadra, in un campionato se possibile ancora più difficile di questo, riuscì a compiere un salto di qualità soprattutto mentale. A questo Toro, invece, penso manchi ancora qualcosa».

Inter-Torino, la terna arbitrale

E poi c’è Juric, allenatore con un contratto in scadenza a giugno. Può pesare questa situazione?
«Dovrei essere dentro lo spogliatoio per capire. Io penso che Cairo in questi anni abbia creato delle squadre competitive. A fine campionato, con o senza Europa, dovranno tutti quanti guardarsi in faccia. Devono mettersi a tavolino ed essere chiari da subito. Non possono esserci fraintendimenti sugli obiettivi futuri, altrimenti ritengo sia meglio salutarsi. Ma non credo che questa situazione pesi sui giocatori: le ultime partite del campionato, a maggior ragione se sei in corsa per l’Europa, si preparano da sole. E Juric di sicuro non è un allenatore che si accontenta del solo lavoro fatto nel suo triennio: sa che senza Europa chiuderebbe un ciclo non in linea con le sue ambizioni».

L’ha stupita l’Inter?
«No, perché è figlia di un lavoro iniziato da Spalletti, proseguito da Conte e perfezionato con Inzaghi. Già da tanti anni l’Inter è la formazione nettamente più forte del campionato: ci sono giocatori di alto livello, campioni veri che altre squadre non hanno. Ha la struttura, anche societaria grazie al lavoro di Marotta e Ausilio, per proseguire questo ciclo».

Il mondo Toro si avvicina alla ricorrenza del 4 maggio. Quali sono i suoi ricordi di Superga?
«Emozione unica, che ho vissuto per cinque anni. Quando il capitano legge i nomi degli Invincibili ti vengono i brividi, è un sentimento indescrivibile. Quei ricordi mi accompagneranno per tutta la vita. Superga resta nel cuore per sempre».

Inter-Torino potrebbe essere l'incrocio fra il presente e il futuro di Buongiorno.
«Ha dimostrato di essere molto forte, è già pronto per una big: non è un caso che venga accostato a tutti i più grandi club d’Europa. Potrebbe essere il suo ultimo anno a Torino: è stato molto bravo la scorsa estate a dire no all’Atalanta per amore della maglia granata, ma anche perché non riteneva di sentirsi pronto per lasciare il club che lo ha cresciuto. Non credo che possa fare la stessa scelta quest’estate. All’Inter non lo vedrei male: se proprio dovesse passare ai nerazzurri, mi auguro che possa prendere la mia vecchia maglia numero 5. Sarebbe un grandissimo rinforzo per Inzaghi».

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