Calciomercato Torino, «Hart può restare anche in prestito»

Granello, esperto di calcio inglese: «Il Toro vuole tenerlo a lungo e Cairo in estate potrà farsi forte della volontà del portiere»
Calciomercato Torino, «Hart può restare anche in prestito»© Marco Canoniero

TORINO - Hart come Szczesny? «Sì, Hart come Szczesny». Lo ripetono in tanti, durante il nostro forum con i procuratori. A cominciare da Franco Granello, agente - tra gli altri - di Claudio Ranieri, allenatore del Leicester, nonché esperto da lustri in particolar modo del calcio d’oltre Manica. L’accostamento tra il portiere del Toro e della Nazionale inglese e l’estremo difensore della Roma non è dettato da ragioni tecniche, ma da profili esclusivamente contrattuali. Ed è proprio il percorso di mercato che ha investito il polacco in giallorosso a sollevare il paragone, e ad alimentare la discussione. Perché Szczesny non è di proprietà della Roma, ma dell’Arsenal. Ed era arrivato due estati fa, nel 2015, in prestito. Come Hart in granata, a fine agosto. Il polacco ha trovato a Roma il terreno fertile per emergere, in un crescendo che ha portato il club di Pallotta a muoversi nei confronti della società londinese per trovare una soluzione intelligente, nella scorsa estate. Il ragazzo ha dato la sua disponibilità a rimanere inItalia per continuare a giocare con continuità, l’Arsenal ha dovuto accettare l’antifona, e per proteggere il proprio capitale si è trovato nella condizione, dopo lunghe trattative, di dover accettare il rinnovo del prestito. E così la Roma è riuscita a tenersi Szczesny, senza dover affrontare un esborso eccezionale per acquistarne il cartellino. Ebbene, è proprio questa la dinamica a cui hanno fatto riferimento diversi agenti, nel forum a Tuttosport dell’altro giorno. Sottolineando la genialità della mossa del Torino, nel buttarsi in extremis su Hart, bruciando una concorrenza agguerrita e facendo parlare mezza Europa, con l’ingaggio di un portiere di così grande valore. In prestito. E con, oltretutto, circa due terzi dell’ingaggio pagati dal Manchester City: squadra che aveva in Hart una bandiera, ma che - a fronte delle idee rivoluzionarie del neoallenatore Guardiola - ha deciso ad agosto di cedere il ragazzo. «Hart sapeva che avrebbe perso la Nazionale, se fosse rimasto al City senza giocare», ha puntualizzato l’agente Fabio Parisi. «Credo anch’io che questo sia stato il motivo più importante per cui ha accettato di lasciare un grande club come il City», ha aggiunto Silvio Pagliari. «Inoltre Hart sapeva che in Italia sui portieri si lavora bene», ha aggiunto Andrea Cattoli. «Toro, che tempestività» «Il Toro è stato lungimirante e tempestivo», ha sentenziato Oberto Petricca. E Donato Orgnoni: «Hart può fare molto bene nel Toro. Sarà interessante vedere cosa succederà nella prossima estate». E qui si è inserito Granello, la cui opinione è stata accettata dai più: «Io sono convinto che Hart potrà restare al Toro per almeno un altro anno, se continuerà a fare così bene. Oggi come oggi, dico che rimarrà al 60 %. Ma la percentuale potrà anche crescere. Soprattutto se Hart sarà sempre più contento di essere un re a Torino. Sono convinto che al Toro interessi tenerlo a lungo. Hart quest’estate ha fatto determinate scelte e non tornerà indietro. Il rinnovo del prestito, cioè la soluzione intelligente che ha trovato la Roma per tenere Szczesny, può diventare lo strumento di mercato utilizzabile anche dal Toro, tra un anno. Soprattutto se Cairo potrà farsi forte della volontà di Hart di restare». Infine, una rivelazione: «Qualche anno fa... se non sbaglio nel 2009... Hart era stato vicino alla Juventus. I bianconeri cercarono di aprire una trattativa per acquistarlo. Ma il City disse no: credeva troppo nel proprio ragazzo e non volle farselo scappare». Dalla Juve al Toro. Da un City che blinda Hart, a un altro City che invece lo scarica e gli paga pure due terzi di ingaggio, pur di favorirne la partenza. Come possono cambiare gli scenari, nel calcio.

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