Caracciolo: «Io al top con il Brescia. Sognando la Serie A...»

Il difensore del Brescia e la rimonta possibile
Caracciolo: «Io al top con il Brescia. Sognando la Serie A...»

TORINO - Antonio Caracciolo, difensore del Brescia che guarda lontano. Questa è la sua stagione?

«Sicuramente la miglior della carriera. Sono cresciuto tantissimo, sotto diversi aspetti, sento la fiducia del tecnico e dei compagni. Il mio percorso di maturazione è stato tortuoso. Sono A Brescia da tre anni e finalmente ci sono. Il rapporto è stato faticoso e sofferto, ma adesso è tutta un’altra storia».

Da fuori rosa a uomo cardine: come è avvenuta la scalata?

«L’anno scorso sono partito ai margini, non facevo parte della squadra. Poi con il sacrificio e la determinazione sono rientrato in gruppo e sì, mi sono anche preso la mia rivincita».

Senza rancore e con grande passione adesso si guarda avanti.

«All’inizio, nessuno ci piazzava tra i primi. Anche perché siamo partiti con parecchi giovani. La società, poi, è nuova, fantastica per come sta portando avanti il progetto. L’allenatore Boscaglia ci fa esprimere al meglio, giochiamo bene, lui cura tantissimo i particolari».

Giovani vuol dire anche alti e bassi.

«Difatti veniamo da una serie di gare negative, ma ci riprenderemo subito, ne sono sicuro. I compagni lottano, danno l’anima: con questo spirito torneranno anche i risultati, a partire dal match con l’Ascoli».

L’obiettivo è ancora la promozione?

«Adesso pensiamo di partita in partita e vediamo come va. Certo, sarebbe stupendo andare ai playoff, tronare in Serie A con una maglia prestigiosa come quella del Brescia».

Cagliari e Crotone sono di un’altra categoria?

«Guardano ai nostri scontri diretti, sembrerebbe di no: abbiamo battuto i sardi 4-0 e pareggiato con i calabresi. Poi se guardi all’organico dei rossoblù, allora non puoi non dire che sia il più forte e completo della Serie B, diverso da tutti gli altri».

Caracciolo, tra l’altro, è nato in Sardegna.

«Sì, a Tempio Pausania. Poi a tre anni mi sono trasferito a Cesano Boscone. A 8 ero nelle giovanili dell’Inter. Poi Pavia anche in C2, quindi Bari con Ventura che mi portava spesso in prima squadra. Ma ce ne ho messo un po’ prima di affermarmi. E adesso penso solo al Brescia».

Miglior difensore della B, da esserne orgoglioso.

«Da piccolo ero attaccante, poi in nerazzurro sono arretrato. Il mio modello è Thiago Silva, il top, il più completo. In Italia= Nesta e Maldini, inarrivabili».

Ora c’è crisi di vocazione nel ruolo?

«No, ci sono tanti ragazzi interessanti, come Tonelli che a me piace molto. E’ sempre una questione di fiducia. Il ruolo è delicato e al primo errore rischi di finire fuori. La maglia azzurra? Mai vestita, sarebbe un sogno».

Ok, fissiamo l’obiettivo.

«Il massimo ora sarebbe andare in A con il Brescia: ho firmato sino al 2018, ne sono orgoglioso e ringrazio il club che ha puntato su di me. Ringrazio anche il mio agente Giuseppe Riso che mi ha accompagnato in questa crescita. E poi che onore indossare la fascia di capitano».

Una staffetta con l’altro Caracciolo, vero?

«Già, quando non c’era lui toccava a me».

L’altro Caracciolo: le piace come definizione?

«Beh, adesso mi chiamano Caracciolino... L’Airone è un grande amico, abbiamo legato tanto anche fuori dal campo, ci frequentiamo. Mi è stato vicino anche nel momento più duro: ha combattuto perché fossi reintegrato. E lui è uno di quelli che hanno fatto la storia del Brescia».

Storica che racconta di Baggio, Guardiola, Toni, Hamsik: in città si vive di ricordi?

«Sono fieri dei loro campioni. Questa società però è nuova, ha riportato entusiasmo nell’ambiente e lo stadio sta tornando a riempirsi. Qui c’è una piazza calda, passionale come poche. L’apporto del pubblico, di una curva fantastica, è fondamentale: ti può togliere e dare quel qualcosa in più. Ci aiuterà a risalire e insieme ci toglieremo delle soddisfazioni».

Intanto, Caracciolo aggiunge un posto a... tavola.

«Sono un appassionato di Nba, e un divoratore di film. E single. Ma ho preso un cagnolino, si chiama Thiago, ovvio. E’ un bell’impegno, un primo passo...».

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