Maran a Brescia, una bella rivincita

Veniva dai pesanti flop sulle panchine di Genoa e Pisa ma nell'ultimo turno è sbarcato in zona playoff con una squadra quasi uguale a quella che la scorsa stagione retrocesse ai playout. E ora, per lui che è trentino, c'è il derby col Sudtirol per scalare ancora la classifica
Maran a Brescia, una bella rivincita© LAPRESSE

TORINO - Che bella rivincita per Rolando Maran: dopo l’ultima giornata è sbarcato col Brescia in zona playoff, guidando una squadra che non è molto dissimile da quella che nella passata stagione retrocesse ai playout in C, salvo poi essere ripescata dopo l’esclusione dal professionismo della Reggina. Prima di essere chiamato da Cellino, al tecnico di Trento da inizio decennio non buttava per niente bene. A fine 2020, in Serie A al Genoa, veniva esonerato a dicembre, con un bilancio da brividi (una vittoria, otto sconfitte e quattro pari) che lo teneva lontano dal campo per quasi due anni. Sconfortante anche la successiva panchina. Nel giugno 2022 ripartiva dalla B, scelto da Knaster per il Pisa, ereditava una squadra che il mese prima aveva mancato la A (beffarda sconfitta in finale playoff col Monza); fa 2 punti nelle prime sei giornate e viene esonerato. E’ stato il momento più difficile per la carriera di un allenatore che di sicuro aveva vissuto momenti migliori in piazze come Chievo, Catania e Cagliari. A 60 anni compiuti il 14 luglio scorso, non era dunque semplice ripartire dopo una doppia botta simile, facendolo poi per un mangia allenatori come Cellino. E invece Maran ha smentito lo scetticismo che aleggiava su di lui. A inizio carriera, aveva già guidato i lombardi, col rammarico di aver subito un esonero ingiusto - c’era ancora patron Corioni che gli preferì Zeman - aveva insomma tanta voglia di “sanare” coi risultati quella che ancora considerava una specie di ferita. E così il 14 novembre scorso ereditava da Davide Gastaldello - dopo una giornata col traghettatore Luca Belingheri - un Brescia in caduta libera, 14° in classifica con 13 punti. Arriva Maran, ed è tutta un’altra musica: la vittoria di sabato scorso a Modena ha portato un nuovo orizzonte per il Brescia che con lui ha messo insieme 15 punti in 8 gare, cioè ora le rondinelle con Maran viaggiano alla media di 1.87 punti a partita, niente male per una squadra che prima del suo avvento pareva destinata a ripetere la scorsa fallimentare stagione. Eppure, iil Brescia è quasi lo stesso dello scorso anno, a Modena, nell’undici titolare, gli unici nuovi rispetto alla precedente stagione erano l’islandese Brikir Bjarnason, jolly offensivo che a 35 anni fa ancora la differenza, oltre a Gabriele Moncini, buon attaccante di categoria reduce però dalla retrocessione con la Spal, insomma, acquisti affidabili ma che in teoria non ti cambiano troppo la vita. Diciamo che l’ha cambiata Maran, restituendo autostima alla squadra e adottando il modulo più alla moda, quel 3-4-2-1 che da un paio d'anni si sta diffondendo massicciamente in tutte le categorie e che se ben interpretato, garantisce elasticità e copertura. E ora? Iniziato al meglio il girone di ritorno, sabato il suo Brescia avrà una buona occasione per confermarsi e magari consolidarsi in zona playoff: al Rigamonti sbarca il Sudtirol di Bolzano e per un trentino come Maran sarà una sorta di derby che, se vinto, potrebbe schiudere per il Brescia una stagione neanche immaginabile la scorsa estate. Peccato solo per l’infortunio al più quotato difensore in rosa, Cistana. Ma non tutto il male viene per nuocere: sul mercato è assai ambito (va in scadenza di contratto a giugno) e magari dopo per questo stop sarà meno ricercato.

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