Calcio scommesse, «una class action contro i club che barano»

Lo scandalo Catania commentato da Chiara Alvisi, professoressa di Diritto privato all’Università di Bologna ed esperta in Diritto sportivo: «Scomunica a chi si macchia di frode sportiva»
Calcio scommesse, «una class action contro i club che barano»

Scomunica. Usa volutamente un termine non tecnico Chiara Alvisi, professoressa di Diritto privato all’Università di Bologna ed esperta in Diritto sportivo, per descrivere la sanzione adeguata a chi si macchia di frode sportiva, come emergerebbe nell’inchiesta “I treni del gol”: «Tradotto in linguaggio sportivo, l’ordinamento dovrebbe prevedere la radiazione dei soggetti colpevoli di questo tipo di illeciti e la revoca dell’affiliazione delle società che rispondono direttamente del loro operato».

Il “casellario sportivo” proposto dal presidente Tavecchio non basta per prevenire scandali come quelli di Catania?

Il casellario può avere una sua utilità ma in questi casi credo siano necessarie soluzioni più radicali. Quello ipotizzato nel caso dei vertici del Catania è un caso di frode sportiva. Si tratta di un illecito particolarmente grave perché lo sport è "agonismo programmatico" e la violazione delle regole del gioco impedisce la valida comparazione dei risultati delle competizioni. In questo senso i principi di lealtà, correttezza e probità sono costitutivi dell’ordinamento dello sport. Chi li viola attenta alla sopravvivenza stessa del fenomeno sportivo e non dovrebbe più trovare cittadinanza in questo ordinamento. Il problema sarebbe così risolto alla radice.

Quali altre sanzioni dovrebbero essere previste? Abodi parla di confisca dei beni.

Penso che anche tra le sanzioni sportive dovrebbe venire introdotta la confisca dei proventi dell’illecito, così come chiede il presidente Abodi. In caso di fraudolenta alterazione delle classifiche, potrebbero considerarsi tali anche gli introiti degli abbonamenti e della vendita dei diritti tv. E poi i contratti tra club e giocatori dovrebbero prevedere penali significative per il caso in cui il tesserato risulti colpevole di frodi sportive. Sarebbe un deterrente straordinario in quanto il club, chiamato a rispondere oggettivamente, avrebbe un’importante azione di rivalsa nei confronti dei colpevoli.

Si è parlato molto in questi giorni della responsabilità oggettiva delle società danneggiate dai comportamenti dei loro tesserati ma che devono comunque rispondere per le loro azioni. Lei cosa ne pensa?

Io ritengo che la responsabilità oggettiva non vada toccata. Il club non si deve sottrarre al suo ruolo di garante delle regole ma dovrebbe comunque poter agire in rivalsa nei confronti dei colpevoli.

Quanto lede tutto questo all’immagine del calcio?

Lede il mercato del calcio. Il calcio è un’industria, non è autoreferenziale e ha bisogno dei consumatori che vanno tutelati. Se non è così, le conseguenze si riflettono sui biglietti delle partite, sugli abbonamenti, sul merchandising e si creano le premesse per crisi finanziarie come quelle del Parma.

Come vanno tutelati i tifosi?

La Lega dovrebbe porsi questo problema visto che “i consumatori di spettacoli sportivi” sono i principali azionisti del calcio. Da parte loro, i consumatori possono tutelarsi autonomamente denunciando all’autorità anti-trust la pratica commerciale sleale, prevista dall’articolo 21 comma 2 lettera B del Codice del consumo (“il mancato rispetto da parte del professionista degli impegni contemplati nei codici di condotta che il medesimo si è impegnato a rispettare”). La denuncia non costa niente. Inoltre, i consumatori danneggiati dalle pratiche commerciali sleali di club non rispettosi delle regole del gioco possono intentare una class action. Il club è un’impresa che si presenta sul mercato vendendo spettacolo e sbandierando l’osservanza di codici etici. Se essi non vengono rispettati, il prodotto non é conforme alle qualità promesse e il consumatore può agire per il risarcimento dei danni contro il club che ne ha la responsabilità diretta.

Quali conseguenze comporterà questa inchiesta sulla Serie B? Si può cominciare il campionato ad agosto come se nulla fosse?

No, sarebbe devastante. La federazione ha ora una grande responsabilità: quella di definire la fondatezza o meno di queste ipotesi accusatorie entro il 22 agosto. D’altro canto la giustizia sportiva è autonoma da quella statuale. Il campionato non può essere inquinato da questi scandali.

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