Dragusin e il Genoa-muro di Gilardino

Il difensore romeno è diventato un idolo della Gradinata Nord: 4 gol segnati, prende in media un'ammonizione ogni 11 partite. Seguito in Inghilterra, giunto in rossoblù dalla Juve nell'ambito dell'operazione Cambiaso ma forse il vero affare l'ha fatto il Grifone
Dragusin e il Genoa-muro di Gilardino© LaPresse

TORINO - E pensare che la scorsa estate l’amore col Genoa faticava a sbocciare. Oggi è tutta un’altra storia: Radu Dragusin, difensore romeno 21enne, pare fatto per giocare in rossoblù ed è diventato una colonna della retroguardia genoana, ora amatissimo dalla mitica Gradinata Nord. Soprattutto da quando Gilardino è passato alla difesa a tre, imperniata sul trio d’acciaio Bani-Vogliacco-Dragusin, il Genoa non incassa quasi più gol (neanche uno nelle 10 uscite interne col Gila) e in certe partite, come nell’ultima uscita, il 2-0 sul Perugia, non ha concesso neanche una palla gol agli avversari, anche se al posto dello squalificato Vogliacco ha scalato nel trio l’infinito Criscito (fra i migliori in campo). Non solo, il Gila ha dimostrato di saper utilizzare al meglio un difensore abilissimo di testa sui calci piazzati, capace di andare già 4 volte a segno sotto la sua gestione: Dragusin, appunto, quel bel mastino giunto al Genoa - nell’ambito della cessione di Cambiaso alla Juve - che disse sì al Grifone solo dopo lunghe riflessioni, durate giorni. Un atteggiamento che aveva un po’ indispettito la tifoseria rossoblù, scettica pure per il fatto che Dragusin avesse militato in prestito anche nella Sampdoria (e a Genova è un peccato mortale giocare in entrambe le squadre cittadine, è qualcosa che per una norma non scritta in linea di massima non deve accadere). Ma erano solo balletti da mercato estivo, logico che Dragusin accettasse di scendere in B solo dopo aver avuto le necessarie garanzie sul fatto che il Genoa avrebbe allestito una corazzata e dopo aver capito che per lui non c’erano offerte allettanti dalla A, dove sperava di giocare ancora, dopo avervi raccolto già 21 presenze, oltre a 5 in Nazionale, dove è uno di quelli da tenere più d’occhio. “Lavoriamo molto sui piazzati - ha raccontato Dragusin dopo il successo sul Perugia - e i risultati si vedono. Il mio obiettivo è fare il più possibile per aiutare la squadra a vincere. Lo stadio ci carica moltissimo. Ora dobbiamo pensare solo a noi, a fare i nostri punti. La testa dev’essere alta e dobbiamo pedalare. Siamo sereni, lavoriamo bene per raggiungere i nostri obiettivi”. Già, l’obiettivo di riportare il Genoa in A dopo una sola stagione di B, direttamente, senza passare dalle forche caudine dei playoff, è a portata di mano, anche grazie ai pesanti gol di Dragusin. Che da qualche tempo, sta diventando un nome caldo per il mercato. Piace molto in Inghilterra, un difensore come lui in effetti, sembra fatto per il loro calcio. Ma con l’avvento della 777 Partners, i tempi in cui il Genoa era una fabbrica di plusvalenze sono finiti, Dragusin è stato acquistato dalla Juve per farne un perno dei rossoblù e verrebbe ceduto solo di fronte a un’offerta monstre, irrinunciabile. Resta da capire chi ha fatto l’affare, la scorsa estate, fra Genoa e Juve. Anche se si diceva che le due operazioni fossero separate, di fatto l’arrivo di Dragusin in rossoblù era legato alla cessione di Cambiaso alla Juve (che poi l’ha girato in prestito al Bologna). Ad oggi, pur giocando in B, dei due sembra più promettente il romeno nato a Bucarest. Non solo per i gol e le doti da difensore-gladiatore però pulito. Ma per l’affidabilità del suo contributo: Dragusin è stato sempre presente in tutte le 33 uscite di B del Genoa, rimediando nell’arco della stagione appena tre cartellini gialli, cioè uno ogni 11 partite, si va verso il finale di stagione e non è ancora andato in diffida: è anche da questi particolari che si giudica la bontà di un difensore destinato a una radiosa carriera.

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