Reggiana, la rivincita di Nesta

Stesi Zeman e Palladino in Coppa Italia, una squadra che può stupire in Serie B: il futuro sorride
Reggiana, la rivincita di Nesta© LAPRESSE

Dopo oltre due anni passati da disoccupato, tira aria di rivincita per Alessandro Nesta. Nell’arco di una settimana, la sua Reggiana ha stupito tutti: 6-2 al Pescara nel preliminare di Coppa Italia e nel primo turno vittoria in rimonta per 2-1 in casa del Monza, con tanto di complimenti di Galliani. Tradotto, Nesta ha portato a casa gli scalpi del santone Zeman e dello strombazzato Palladino che la critica indica come l’allenatore del futuro. Per Nesta invece, fino a due mesi fa, era duro parlare di futuro.

Non andava in panchina dal marzo 2021, quando in B fu esonerato a Frosinone. Pagò per una squadra che era a fine ciclo. Ma lui comunque, l’anno prima l’aveva portata in finale playoff, stabilendo un record ineguagliato: vincere tutte le sfide in trasferta, tre su tre, degli spareggi promozione senza riuscire a guadagnare la A (salì lo Spezia, ma solo in virtù del miglior piazzamento in campionato). Insomma, il giudizio sul Nesta allenatore, come minimo rimaneva sospeso ma non v’erano certezze che l’ex difensore potesse intraprendere con successo la carriera da allenatore. Anche se in precedenza aveva portato il Perugia ai playoff (grazie all’esclusione del Palermo) e a un certo punto il suo nome veniva associato alla panchina della Lazio per il dopo Simone Inzaghi. In questi due anni invece, quasi mai il suo nome veniva associato a una panchina, quasi ci si stava dimenticando di lui. Finché non è spuntata la Reggiana, neo promossa in B, fresca di divorzio da Aimo Diana. E Nesta ha accettato la sfida perché solo apparentemente la panchina della Regia non è di prima fascia in B.

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Certo, ci vuole prudenza, perché a Reggio Emilia è ancora fresco il ricordo dell’ultima, fugace, apparizione dei granata in B, nel 2020/21, quando con Alvini durarono solo un anno (ma quella squadra fu l’unica in tutta Italia a patire un ko a tavolino per il covid). Dunque, nonostante questo sfolgorante inizio di stagione, la prudenza è d’obbligo. Però Nesta potrebbe avere fra le mani una squadra molto interessante, in grado di sorprendere. Negli ultimi giorni sono arrivati due attaccanti di peso: Vido (Nesta lo ebbe a Perugia e fece la sua miglior stagione in carriera) e poi Pettinari (bomber altalenante ma comunque bomber, se vive l’annata giusta). Ma occhio anche ai colpi che non t’aspetti. A Monza, sulla trequarti, ha giostrato Girma, svizzero di origini eritree pescato in Serie D nel Sona che ha giocato come un veterano di B. E in difesa ha impressionato il gigantesco Mercandalli, prestato dal Genoa, ex Pontedera.

Per non parlare di Nardi, autore dell’1-1 con un bel tiro, in prestito dalla Cremonese, e dell’inifinito capitan Cigarini, già protagonista nella promozione dalla C, venuto a giocare per la sua città, freddissimo a Monza nel calciare il rigore della vittoria. Si ha l’impressione che Nesta, che sa lavorare coi giovani, stia già tirando fuori da ognuno il meglio di sé. Ma è meglio volare bassi. Però, «questa vittoria ci deve dare consapevolezza dei nostri mezzi», ha detto Nesta a fine gara. Eh sì, perché non sono mezzi limitati. Come probabilmente non lo sono quelli di Nesta. Teniamola d’occhio la Regia che in campionato inizia domenica sera da Cittadella: potrebbe stupirci.

 

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Dopo oltre due anni passati da disoccupato, tira aria di rivincita per Alessandro Nesta. Nell’arco di una settimana, la sua Reggiana ha stupito tutti: 6-2 al Pescara nel preliminare di Coppa Italia e nel primo turno vittoria in rimonta per 2-1 in casa del Monza, con tanto di complimenti di Galliani. Tradotto, Nesta ha portato a casa gli scalpi del santone Zeman e dello strombazzato Palladino che la critica indica come l’allenatore del futuro. Per Nesta invece, fino a due mesi fa, era duro parlare di futuro.

Non andava in panchina dal marzo 2021, quando in B fu esonerato a Frosinone. Pagò per una squadra che era a fine ciclo. Ma lui comunque, l’anno prima l’aveva portata in finale playoff, stabilendo un record ineguagliato: vincere tutte le sfide in trasferta, tre su tre, degli spareggi promozione senza riuscire a guadagnare la A (salì lo Spezia, ma solo in virtù del miglior piazzamento in campionato). Insomma, il giudizio sul Nesta allenatore, come minimo rimaneva sospeso ma non v’erano certezze che l’ex difensore potesse intraprendere con successo la carriera da allenatore. Anche se in precedenza aveva portato il Perugia ai playoff (grazie all’esclusione del Palermo) e a un certo punto il suo nome veniva associato alla panchina della Lazio per il dopo Simone Inzaghi. In questi due anni invece, quasi mai il suo nome veniva associato a una panchina, quasi ci si stava dimenticando di lui. Finché non è spuntata la Reggiana, neo promossa in B, fresca di divorzio da Aimo Diana. E Nesta ha accettato la sfida perché solo apparentemente la panchina della Regia non è di prima fascia in B.

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