Mancini: "Servirà tempo, però la Sampdoria saprà tornare dove merita"

L'ex ct: "La nuova proprietà sta lavorando bene, ma la B è un campionato durissimo. Con Pirlo la squadra è cresciuta tanto. Orgoglioso del lavoro di mio figlio Andrea come ds"

Risponde al telefono da Abha, Roberto Mancini. È nel sud dell’Arabia Saudita, a più di novecento chilometri dalla capitale Riyad. Sotto i suoi occhi, la formazione locale, che lotta per salvarsi, affronta l’Al-Taawoun, quarto in classifica. Dopo la delusione della Coppa d’Asia, il commissario tecnico sta seguendo una marea di partite in vista dei prossimi impegni nelle qualificazioni mondiali: doppio confronto con il Tagikistan, il 21 e il 26 marzo. Sono sfide al vertice, quasi certamente decisive, perché l’Arabia Saudita è al comando del girone avendo vinto le prime due gare (4-0 contro il Pakistan e 2-0 in Giordania) e il Tagikistan è secondo con quattro punti. Il dovere professionale non distrae Mancini da ciò che sta accadendo in Italia, e in particolare a Genova, dove la Sampdoria continua a vivere momenti convulsi, sia a livello societario - Gianluca Vidal ha presentato un ricorso al Tribunale di Milano per annullare la cessione da Ferrero a Manfredi e Radrizzani (l’udienza si terrà il 28 maggio) che ieri l’amministratore delegato Fiorella ha definito "semplici manovre di disturbo" -, sia per quanto riguarda la squadra, che vive di alti e bassi e in classifica è quattordicesima, seppure a sei punti dalla zona playoff. Di altro Mancini, al momento, non vuole parlare. Ma di Samp sì, sempre.

Mancini, che idea si è fatto della nuova proprietà?

"Ci siamo conosciuti un po’ di tempo fa. Io penso che siano stati compiuti grossi sforzi per acquistare la Sampdoria in un momento molto difficile. La cosa importante, adesso, è proprio questa: essere riusciti a iscrivere la squadra e a metterla in condizione di disputare il campionato, rimettendo a posto le cose".

Samp e Pirlo: eppure si può essere ottimisti

Il fallimento questa volta è stato davvero a un passo...

"Sì, la situazione era bruttissima e sarebbe stato un dispiacere enorme. La Samp è una squadra importante nella storia del calcio italiano e di quello europeo. Vederla cancellata sarebbe stata una profonda ingiustizia. Io ho fiducia, però non è ancora un momento ottimale, bisogna che ciascuno per le proprie competenze ce la metta tutta per riportare la Sampdoria dove deve stare".

Qual è l’obiettivo realistico di questa stagione?

"Che il campionato finisca nel modo migliore. La Serie B è difficile, complicata, per questo bisogna essere razionali. Concludere bene questa stagione, dunque, e poi preparare la prossima con quella calma che per forza di cose non si aveva l’estate scorsa".

Non che fosse necessario, anzi, però anche questa volta i tifosi si sono dimostrati straordinari: gli abbonati sono più di 18.000.

"È bellissimo vedere lo stadio praticamente pieno per ogni partita casalinga e tantissima gente che segue la squadra anche in trasferta. Come diceva Paolo Mantovani, 'Finché i tifosi della Sampdoria canteranno non ci saranno problemi per il futuro'. È proprio così. D’altronde, e questo vale anche per il Genoa, l’impatto sociale del calcio su una città come Genova è sempre stato clamoroso. Parliamo di tifosi che ci sono sempre, in ogni momento".

Come giudica Pirlo?

"Ce la sta mettendo tutta e non è assolutamente semplice. Io credo che la Sampdoria rispetto all’inizio della stagione sia migliorata tantissimo e che questa sia la strada giusta. Purtroppo ci sono stati diversi infortuni importanti che hanno condizionato i risultati. Secondo me al completo questa è una squadra che può lottare per i playoff".

In fondo, mancano ancora quattordici giornate...

"È vero, e proprio per questo è un dovere crederci fino all’ultimo. In Serie B tutto può accadere. Il livello tecnico è salito tanto, però l’ottavo posto deve rimanere un obiettivo".

E sempre difficile parlare dei propri figli, ma che valutazione dà al lavoro di Andrea come direttore sportivo?

"Andrea è giovane, però conosce bene il calcio, i giocatori. È nato a Genova, è cresciuto nella Samp. Per lui è un’occasione straordinaria e penso che possa essere molto utile alla società. E poi è tifoso, come me: ci lega un filo che porta diritto al cuore. La Sampdoria è la nostra vita e sempre lo sarà. Bello che sia lì".

Le chiede consigli?

"Capita, sì, però deve fare la sua strada ed è giusto che agisca di testa sua. È capace, anche se giovane. Quando ha smesso di giocare si è concentrato su questo mestiere anche per rimanere in un ambiente che gli piace: figuriamoci se i colori sono quelli blucerchiati".

Nei momenti difficili, tanti tifosi pensano: “Ah, se ci fosse qui il Mancio...”.

"La Samp è la mia vita. Non lo scopriamo ora. Adesso è prematuro, però la speranza di tornare un giorno ce l’ho". 

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