Ferrari, amaro in bocca ma non è stato dominio Mercedes

Vettel terzo dopo aver dominato per 35 giri il GP d'Australia vinto da Rosberg: ma il dominio Mercedes sembra interrotto. Il campione Ferrari: "Oggi eravamo più forti noi".
Formula 1, GP d'Australia 2016: foto

Le regole matematiche in Formula 1 non valgono. Perché oggi abbiamo avuto la dimostrazione che cambiando l’ordine degli addendi il risultato cambia. Eccome. Scorrendo velocemente le prime posizioni dell’ordine di arrivo del GP d’Australia si avrebbe la sensazione che poco sia cambiato rispetto alla scorsa stagione: due Mercedes davanti e una Ferrari dietro. Podio fotocopia del GP d’Australia 2015 dunque? Assolutamente no: innanzitutto a stappare lo champagne sul gradino più alto del podio c’è l’ottimo Nico Rosberg, partito male venerdì ma estremamente costante oggi. Alle sue spalle il compagno di squadra, campione del mondo in carica e uomo pole, Lewis Hamilton, staccato di 8 secondi che appena sceso dalla sua monoposto è corso ad abbracciare Rosberg per congratularsi della vittoria. Una bella immagine dopo le tensioni della scorsa stagione. E infine il terzo gradino del podio, ancora una volta, per Sebastian Vettel al suo secondo anno in Ferrari. Con la differenza che stavolta Seb è stato protagonista di una partenza assolutamente perfetta: incuneatosi tra le due Mercedes ha stretto Rosberg costringendo il connazionale a ostacolare Hamilton e consentendo all’ottimo Raikkonen di portarsi alle sue spalle.

MIRAGGIO ROSSO - Sembra un miraggio, qualcosa di impensabile solo fino a ieri (anche se dopo la pole Vettel aveva avvertito che in gara sarebbe stato diverso): nei primi giri le Rosse stanno dominando, con Seb davanti a macinare e Kimi dietro a coprigli le spalle da Rosberg, mentre il Divo Hamilton patisce alle spalle dell’enfant terrible Verstappen. Il mondo all’incontrario. Poi il Fato ci mette il suo, assumendo le sembianze dell’ex ferrarista Fernando Alonso: il due volte campione prende male le misure, centra il posteriore del messicano Gutierrez e vola a folle velocità contro le barriere, cappottandosi. Attimi di gelo, la McLaren è ridotta a un mucchietto informe, poi lo spagnolo esce con le sue gambe prima che gli cedano per lo spavento (“Ho avuto paura ma questa è la dimostrazione di quanto siano sicure le F1). Piloti per fortuna illesi e bandiera rossa in pista per consentire di pulire l’asfalto dalle centinaia di detriti.

GP d'Australia, l'ordine d'arrivo

SVOLTA - E qui cambia tutto: i piloti tornano ai box e quando alle 6.55 le monoposto rientrano in pista, in pochi minuti si capisce che Mercedes ha azzeccato la strategia giusta montando le medie, mentre Vettel, che osa di più con le soft, ha ormai perso la gara, con l’aggravante di un pit-stop imperfetto che gli fa perdere secondi preziosi, rientrando in quarta posizione. A Rosberg non resta, si fa pe dire, che gestire la vittoria, mentre alle sue spalle Hamilton viene impensierito da Vettel che prova ad attaccarlo per strappargli il secondo posto ma sbaglia e finisce lungo mantenendo comunque il meritato podio. Visibilmente deluso il tedesco può comunque guardare con fiducia al Bahrain, prossimo GP della stagione: “L’anno scorso siamo arrivati qui sulla scia di una stagione non grandiosa, quest’anno volevamo di più. Certo la bandiera rossa non ci ha aiutati e a livello di strategia avremmo potuto di fare meglio: io comunque ero d’accordo col team, alla fine non ha funzionato, ma in gara andiamo molto meglio, siamo sulla strada giusta. Non siamo totalmente contenti. Ieri ci mancava qualcosa ma oggi abbiamo dimostrato di essere molto forti”. Deluso e incolpevole anche Raikkonen, costretto al ritiro dopo la ripartenza per un problema tecnico, con tanto di scenografiche fiamme che escono dall’airscope della sua SF16-H. Ma Iceman non si scompone nemmeno di fronte al fuoco e riporta ai box la sua monoposto.

FERRARI PIU' FORTE - Si chiude con un carico di emozioni il primo Gran Premio della stagione infinita: ne mancano altri 20 e se nel 2015 Vettel aveva incendiato i cuori dei ferraristi con un terzo posto che valeva come una vittoria quest’anno riparte dall’Australia con la giusta delusione di chi avrebbe meritato la vittoria. E la consapevolezza di essere competitivo: Oggi in gara eravamo più forti delle Mercedes, mentre in qualifica ci mancava qualcosa. Certo, non possiamo fare un paragone assoluto sui tempi eprché avevamo gomme diverse ma è un dato di fatto che siamo riusciti a mettere pressione alla Mercedes. Però è un fatto oggettivo che non ci hanno superato in corsa".

  

 

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