L'addio di Massa è (anche) la fine di un'epoca

E' l'ultimo esponente dell'era Schumacher, ricorda una Ferrari imbattibil. Forse ineguagliabile
L'addio di Massa è (anche) la fine di un'epoca© LaPresse

L’addio di Felipe Massa segna anche la fine di un’epoca. D’accordo, il brasiliano non ha vinto il Mondiale e non passerà alla storia per un palmares come quelli di Schumacher o di Hamilton. E - d’accordo pure questo - non è uno che si sia distinto per il “glam” oppure per la verve polemica (alla Alonso, per intenderci). Però ci sono almeno due considerazioni che vale la pena esaminare. La prima è che lui è l’ultimo “sopravvissuto” della Ferrari che fu. Quella che ha vinto tutto quel che si poteva vincere e che ha scritto pagine probabilmente non eguagliabili. Detto questo, è inutile lanciarsi in paragoni tra un “prima” o un “dopo”, chiedersi se fosse meglio lo stile di Montezemolo o se sia meglio quello di Marchionne. I tempi cambiano, Massa era l’ultimo “prodotto” di quella Ferrari e sapere che darà l’addio alle corse lascia spazio a un po’ di nostalgia. Tutto qui.

FULO DI LANA La seconda considerazione è che Felipe appartiene alla schiera dei piloti cronicamente sottovalutati. Eppure riuscì a battere Schumacher in pista. Nel 2008 il titolo iridato era suo. Lo perse per una serie di concause: la sconfitta sul filo di lana (per mano di Hamilton) fu in fondo quella meno importante. Il fatto è che quella stagione venne viziata da una combine - poi accertata e sanzionata dalla Fia - ma nessuno pensò mai di cambiare l’esito del campionato. Nel 2009, Felipe dovette correre un’altra gara, decisamente più importante, lottando tra la vita e la morte dopo l’incidente di Budapest. Tornò, nel 2010, al fianco di Alonso. E per tante ragioni fu un’altra storia. Ora si ritira, a sentire le sue parole (e c’è da credere  sincerità) senza rimpianti. Merita più di una stretta di mano.

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