La foga di Verstappen e i cattivi maestri

L'impressione è che il giovane olandese non sempre sia consigliato nel modo migliore. Ed è un peccato.
La foga di Verstappen e i cattivi maestri© lapresse

MONZA - Si vedrà più tardi in qualifica - e soprattutto domani in gara - se l’ammonimento che la Fia ha mandato a Max Verstappen sarà utile. Magari non ci saranno occasioni di contatto tra lui e gli altri piloti (ferraristi in primis, a cominciare da Raikkonen), salvo i duelli (che se sono regolari fanno il bene delle corse, ovviamente). Magari sì. Però sono curiosi due fatti. Il primo è che la Fia abbia sentito la necessità di muoversi, tanto che il direttore di gara Charlie Whiting ha chiamato il giovane olandese, gli ha mostrato i replay delle sue azioni e gli ha spiegato che cosa - d’ora in poi - non sarà più ritenuto accettabile. Il secondo è che la sua condotta di gara continua a far discutere. E nonostante alcune manovre al limite del regolamentare, esista un “partito trasversale” in Formula 1 che ne difende l’operato.
Un partito al quale si sono iscritti in tanti. Per dire: Alonso lo ha incoraggiato a tenere la condotta di gara consueta, sempre all’attacco. Briatore ha fatto lo stesso. Dunque, la questione è spinosa.
Il fatto che è che, a volte, non si è del tutto sicuri che Vertsappen abbia accanto a sé i migliore consiglieri possibili. Jacques Villeneuve, ad esempio, gli aveva risolto accuse al vetriolo («può diventare pericoloso») già dopo il Gp del Belgio a Spa. E Verstappen, rilasciando delle dichiaraizoni in olandese, lo ha zittito in maniera a dir poco inelegante: «Chi ha ucciso non dovrebbe parlare». Ma l’episodio cui ri riferisce (una ruota persa dall’ nel GP d’Australia dell’auto del canadese nel 2001) venne giustamente circoscritto alla voce fatalità. E Verstappen allora aveva 3 anni, difficile che ne abbia memoria. Chi gli ha fornito questo suggerimento finisce dirittamente nella categoria del cattivi maestri.

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