La punizione a Vettel pone il problema della giustizia ingiusta in Formula 1

Tempi lunghi (ore quando basterebbero minuti), metro di giudizio mai uniforme. Così si scontentano tutti
La punizione a Vettel pone il problema della giustizia ingiusta in Formula 1© EPA

TORINO - Il problema della Formula 1 - limitando l’analisi all’attualità - non è il brutto finale del GP del Messico (non quello in pista, quello dopo la bandiera a scacchi), ma come si è arrivati a rovinare quel che di buono la gara aveva offerto. Punto uno: Hamilton e Verstappen hanno commesso la stessa manovra, ma solo uno dei due è stato punito (Verstappen). I giudici hanno anche argomentato il perché (ci mancherebbe che mancasse pure la motivazione), ma hanno indiscutibilmente sbagliato. Punto due: è stato punito Vettel per una manovra troppo dura su Ricciardo. Ma (a parte il fatto che senza la scorrettezza di Verstappen il duello non ci sarebbe nemmeno stato) è evidente che s’è trattato di una manovra regolare e pure divertente. Diciamolo pure: con le norme astruse che sono di moda adesso - e con il modo “marzolino” di applicarle - molti mitici duelli del passato sarebbero stati sanzionati. O non sarebbero nemmeno avvenuti.

PERICOLO S’è detto che la manovra di Vettel è stata pericolosa. Ma questo aggettivo (pericoloso) non andrebbe nemmeno usato in uno sport dove il pericolo è la norma, visto che si guidano auto velocissime (domenica scorsa la velocità di punta è stata di circa 370 all’ora). O si gioca a carte (divertente, peraltro), a bocce (bellissimo, specie in autunno) oppure si corre in auto. Accettando il pericolo, ovvio. E vivendo immersi nell’adrenalina, trascinandoci pure gli spettatori e gli appassionati. Tornando al presente: il sorpasso (bellissimo) di Alonso su Massa in Texas (due settimane fa) era molto molto più “irregolare” e “pericoloso” della difesa di Vettel su Ricciardo. Ma non è stato punito. Ed è solo un esempio tra tanti.

LAMENTELE Il problema della costanza di giudizio e delle necessità di arrivare ad una maggiore uniformità nell’operato dei giudici di gara non è nuovo. Tutti se ne lamentano. Piloti, team manager, dirigenti. Ma nessuno fa niente, da anni. Salvo poi impiegare ore per decidere se e come penalizzare un pilota. Un ottimo modo per allontanare gli spettatori anziché attrarli. Sia detto senza voler difendere la Ferrari, che non ha bisogno di difensori d’ufficio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...