Scopri Lione, la città del debutto azzurro

Tutta la storia e le attrazioni della città dove inizia l'avventura della nazionale di Antonio Conte
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Lione, la metropoli della luce e delle grandi opere. Ogni estate, da oltre 150 anni, la festa delle luminarie scandisce l'arrivo della bella stagione nella città che già vide la nascita del cinema. Dai fratelli Lumière allo Stade des Lumières, dove oggi fa il suo esordio europeo l'Italia di Conte, il passo è breve.

Il calcio scorre nelle vie di Lione. La cattedrale di Saint-Jean con l'orologio astronomico, simbolo parzialmente romanico del centro storico, ha visto il matrimonio fra Enrico IV e Maria de' Medici nel 1600. E più di recente ha ascoltato le preghiere del compianto Marc-Vivien Foé, morto proprio sul terreno della Gerland davanti al pubblico che tanto amava. Era il 2003, erano gli anni del dominio incontrastato del Lione in Ligue 1, prima dell'arrivo degli emiri qatarioti con interessi economici e politici nella Parigi di Sarkozy e Platini. Gli anni della festa abituale, dopo ogni titolo, sulla Place des Terreaux.  

Sobria, severa, Lione è una città da incontrare, in cui perdersi. Si racconta nelle quattro zone che l'hanno resa patrimonio dell'Unesco nel 1998. Fourvière, il primo sito storico, illumina la città antica, con i resti dell'antica capitale dei Galli e la cattedrale di Notre Dame, protettrice della città e prima meta per i turisti di ogni latitudine. La Vieux Lyon (Lione Vecchia) è un magnifico quartiere medievale, che sfoggia edifici rinascimentali in stile townhouse, un ricamo di vicoli lastricati in pietra e mattoni giallo-ocra a dominare l'orizzonte mentre si spande il profumo che arriva dai bouchons, i ristoranti tipici. La Croix-Rousse racconta il periodo industriale, è il quartiere degli artigiani della seta, ancora pervasa di un fascino borghese che rifiuta l'ostentazione del lusso. E poi la Presqu'île, l'architettura tipica del XIX secolo, offre la storia dipinta nei trompe l'oeuil sulle facciate delle case. Città di luci che si smerigliano in frantumi di specchi alla confluenza dei fiumi. O meglio, alla Confluence, il nuovo quartiere dal tocco d'artista (Jean Michel Wilmotte, Rudy Ricciotti, Jean Paul Vighiuer, Herzog e de Meuron) all'incontro fra Rodano e Saône. Simbolo delle molte identità di una città che nasconde uno dei parchi più grandi di Francia, Parc de la Tête d'Or, e si esprime attraverso i murales, solo Berlino ne ha di più, del centro e del quartiere États-Unis.

Il teatro dell’esordio azzurro è il nuovo impianto del Lione, lo Stade des Lumières, inaugurato lo scorso 9 gennaio nella zona di Decines-Charpieu, è un gioiello da 59 mila posti che ha sostituito il vecchio Gerland, completato nel 1926 e già teatro degli Europei del 1984 e degli ultimi Mondiali del Novecento. È uno stadio pensato all'inglese, disegnato dallo stesso studio di architetti, Populous, che ha realizzato l'Olimpico di Londra. Già scelto come teatro dell'ultima finale di Rugby Champions Cup, con i francesi del Racing Club battuti 21-9 dai Saracens al primo trionfo nella manifestazione della loro storia, il primo per una squadra inglese dal 2007, ospiterà sei partite dell'Europeo compresa una delle due semifinali. E già si prepara a fare da cornice alla finale di Europa League del 2018 e al match che assegnerà il Mondiale di calcio femminile del 2019. 

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