La storia di Rui Jordao l'erede di Eusebio, ve lo ricordate?

Ecco la storia dello sfortunato talento portoghese per molti accostato alla "Perla Nera"
La storia di Rui Jordao l'erede di Eusebio, ve lo ricordate?

Oggi scende in campo per l’esordio agli Europei di Francia il Portogallo di Cristiano Ronaldo, una delle stelle più brillanti di questa edizione. Il fenomeno fresco campione d’Europa con il Real è il giocatore in cui un’intera nazione crede per un cullare il sogno più grande. 

Più di trent’anni fa sempre in Francia le speranze lusitane si aggrappavano ad un altro fenomeno: Rui Jordao, l’erede di Eusebio, la Perla Nera, che purtroppo perà rimase incompiuto.

A Euro 1984 la sua è una nazionale decisamente atipica fondata su due blocchi: otto giocatori del Benfica e nove del Porto. A guidarla è Fernando Cabrita e fare la formazione è sempre difficile anche se ruota attorno ad un punto fisso: Rui Jordao, quinto miglior marcatore di sempre dello Sporting Lisbona, il centravanti con la maglia numero 3, perché i numeri sono stati assegnati per sorteggio. Lui è troppo importante per essere messo in discussione e in fondo se il Portogallo è in Francia è anche grazie al suo gol-qualificazione contro l'Unione Sovietica.

Jordao è un attaccante veloce e insieme tecnico che ha riempito la sua bacheca di titoli tra il Benfica (quattro titoli nazionali e tre coppe di Portogallo), e lo Sporting Lisbona (due campionati, due coppe di Portogallo, una Supercoppa e il titolo di capocannoniere nel 1980). Nel mezzo la parentesi al Real Saragozza e il primo dei tre gravi infortuni che minano la carriera dell’erede di Eusebio. Nonostante i guai fisici recupera, comunque, per l'Europeo del 1984 e nella semifinale contro la Francia di Platini brilla e segna due gol. Il Portogallo gioca il suo miglior europeo di sempre, ma si ferma a un passo dalla finale. A un passo dal sogno.

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