14 giugni 2016, oggi come a Francia ’84 tocca al Portogallo

Cristiano Ronaldo e i suoi aprono il loro Europeo. Nell'edizione del 1984 i lusitani bloccarono la Germania campione in carica
14 giugni 2016, oggi come a Francia ’84 tocca al Portogallo

Campioni d’Europa in carica e vice-campioni del mondo a Spagna ’82, la Germania Ovest si presenta agli Europei di Francia 1984 come una delle favorite alla vittoria finale, e, per la verità, non è che questa sia una grande novità. La squadra allenata da Jupp Derwall è praticamente la stessa del mondiale spagnolo, la formazione che gli azzurri sono riusciti a schiantare nella notte di Madrid. Nella fase finale del torneo la Germania Ovest viene inserita nel gruppo B con Spagna, Romania e Portogallo. Neanche i lusitani sono da buttare: la squadra è costruita su due blocchi, Benfica e Porto (facile), ha una difesa solidissima e difficile da penetrare, un centrocampo tecnico e di qualità, e in attacco si affidano a Fernando Gomes, volto e leggenda del Porto, con cui vince praticamente tutto quello che c’è da vincere, in patria e in Europa, si laurea sei volte capocannoniere del campionato lusitano e due volte Scarpa d’Oro. Il 14 giugno di 32 anni fa è però Rui Jordao a giocare da centravanti.

MURO ROSSOVERDE. In 48.000 affollano La Meinau di Strasburgo per assistere a Germania-Portogallo, gara inaugurale del girone. A causa dell’assenza di Schuster, Derwall è costretto a schierare Rummenigge a centrocampo, davanti spazio a Voeller e Klaus Allofs. Il Portogallo sceglie, per forza, la soluzione più prudente: imbrigliare gli avversari a centrocampo, chiudersi in difesa e ripartire in contropiede. La tattica degli uomini del ct Fernando Cabrita riesce a metà. La fase difensiva è semplicemente perfetta: i tedeschi non riescono a creare il minimo pericolo alla porta difesa dal capitano Bento. I lusitani provano a colpire in contropiede, ma senza successo. È comunque il centrocampo la loro arma in più: a distinguersi in particolar modo sono il regista Jaime Pacheco, compagno di Gomes ai tempi del Porto campione di Portogallo, d’Europa e del mondo, e Fernando Chalana, ovvero i baffoni più famosi della storia del Benfica.

PARITA’. Un paio di occasioni i portoghesi le avrebbero pure, ma Pacheco e Joao Pinto non riescono a battere Schumacher. Dall’altra parte li imita Voeller, e così la partita termina 0-0. Il muro portoghese è stato d’acciaio. Resisterà fino alla semifinale, abbattuto dalla Francia di Platini. Rummenigge e compagni, invece, non passeranno neanche il girone.

 

GERMANIA 0 (4-4-2): 1 Schumacher; 5 B. Foerster, 15 Stielike, 4 K. Foerster, 2 Briegel; 6 Rolff (67’ 19 Bommer), 18 Buchwald (67’ 13 Matthaus), 11 Rummenigge, 7 Brehme; 9 Voeller, 8 Allofs. Allenatore: Jupp Derwall.

PORTOGALLO 0 (4-5-1): 1 Bento; 9 Joao Pinto, 10 Lima Pereira, 11 Eurico Gomes, 17 Alvaro Magalhaes; 7 Carlos Manuel, 15 Pacheco, 14 Frasco (79’ 8 Veloso), 13 Antonio Sousa, 4 Chalana; 3 Rui Jordao (85’ 6 Fernando Gomes). Allenatore: Fernando Cabrita.

14 giugno 1984 – ore 17.15, Strasburgo, La Meinau. Spettatori: 48.000 circa

Arbitro: Romualdas Yushka (URSS)

 

 

 

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