Ligabue torna in sala con Made in Italy

Il rocker emiliano di nuovo sul grande schermo dopo 16 anni con un film che racconta «le persone perbene che tirano avanti»
Ligabue torna in sala con Made in Italy

Ligabue torna a raccontare storie al cinema e stavolta la “scusa” è il concept album Made in Italy dalla cui costola arriva il film omonimo con Stefano Accorsi e Kasia Smutniak in sala da ieri. Rico lavora in una fabbrica di insaccati nella laboriosa Reggio Emilia, convive con Sara, ma i due si stanno allontanando; gli amici sono sempre quelli, le notti in discoteca, lo scopone scientifico. Poi c’è la crisi economica, i problemi di tutti i giorni, un figlio che inizia a farsi grande. Il rocker emiliano porta sullo schermo le storie semplici che da sempre costituiscono la spina dorsale della sua musica, lui stesso ha definito i personaggi «persone perbene, che vivono i piccoli e grandi problemi di questo Paese e li risolvono». È così Made in Italy: un film luminoso e sentimentale, uomini e donne che vanno avanti a qualunque costo grazie alle loro gioie, raccontati nella luce come se fosse un album fotografico di una luna di miele in Italia ad agosto. Spiega il regista: «Il cambiamento fa paura e pensiamo non porti buone cose, poi se ti ancori alle tue certezze ne hai ancora meno voglia, ma il cambiamento è la condizione costante della vita. Cambia anche il nostro modo di guardare alle cose. È come reagiamo agli eventi che produce la nostra realtà. Rico e Sara vivono in una situazione consolidata, ma l’inquietudine fa vedere loro le cose andar loro tutte strette. Devono spostare il punto di vista, cambiare lo sguardo sulle cose che ha sempre avuto sotto mano». Ligabue lo fa anche con i grandi problemi che attraversa il nostro paese. Made in Italy racconta storie specifiche ma non è possibile non elaborare un quadro di insieme: non sempre è possibile adagiarsi su una sola angolatura, una sola motivazione; così, a volte, durante una manifestazione, gli incidenti non sono solo colpa della polizia e, può accadere che dietro i licenziamenti possa nascondersi il rispetto.

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