Mussolini rivive in Sono Tornato

Massimo Popolizio interpreta il dittatore nel film diretto da Luca Miniero. In sala dal 1° febbraio
Mussolini rivive in Sono Tornato© ANSA

Presentato con un colpo di genio nella ex residenza di Mussolini a Villa Torlonia, Sono Tornato esce il 1° febbraio in 400 copie, il film di Luca Miniero con Massimo Popolizio nei panni del dittatore, tratto dal film tedesco Lui è tornato, a sua volta ispirato a un romanzo e a un fumetto satirico e fortemente antifascista “Qvando c’era lvi”, di Antonucci e Fabbri.

In un mix di fiction e scene girate in strada tra le gente che reagisce alla presenza di Mussolini, Sono Tornato racconta la “resurrezione” del “duce del fascismo”, grazie a un’antica porta magica del XVII secolo nei pressi di Piazza Vittorio in Roma, interpretato da Massimo Popolizio. Scovato da un documentarista precario (Frank Matano), i due iniziano un tour dell’Italia che li condurrà fino alla televisione. Dopo la caduta in disgrazia del protagonista per aver ucciso un cane, il finale di Sono Tornato ci porrà di fronte ai mille dubbi di come nel nostro Paese è recepita una figura storica così inquietante. 

«Il nostro Benito Mussolini fa paura non perché possa riportare il fascismo, ma perché torna in un Paese che è già populista e uno dei poteri che lo rende populista è il sistema dei media» spiega il regista Luca Miniero. Che continua: «Prima di lavorare con Massimo, abbiamo girato per le strade. Non sapevamo cosa sarebbe potuto accadere, abbiamo travestito una persona, un ragazzo a cui abbiamo rasato la testa, e siamo andati in giro per la città, senza macchine da presa e la reazione è stata anche violenta. Quando giri un film del genere, devi trapiantare le emozioni, non i fatterelli. I tedeschi avevano un autentico demonio, noi un para demonio. Non volevamo giudicarlo, anche l’attore non lo giudica, la nostra intenzione era vedere la reazione degli italiani. il film ti tira dentro con un personaggio umano, lo scandalo fa parte del paesaggio morale, è per questo che Mussolini passa tra di noi e lo possiamo sopportare». Aggiunge Popolizio, la cui trasformazione nel film è incredibile, senza trucco, solo un bite per allungare la mascella, lavorando solo sull’essenza del personaggio: «La trappola era fare una parodia. Nessuno sa come era Benito Mussolini nel privato. Rod Steiger nel film di Lizzani, Mussolini Ultimo Atto, era straordinario, ma quello è un film storico, qui c’è un personaggio vero in una situazione assurda. In Germania sono schifati, gli italiani vogliono fare dei selfie». Spiega lo sceneggiatore, Nicola Guaglianone: «È un film che parla di noi. Mentre lavoravamo avevamo stampato e appeso al muro una frase di David Mamet: “Non esiste la seconda chance, esiste solo la possibilità di fare lo stesso errore due volte”. L’incipit è potente: se tornasse cosa succederebbe? Probabilmente riprenderebbe al potere. Un personaggio così ci mette di fronte alle nostre mostruosità. Non è lui che fa paura, siamo noi che facciamo paura». Per fortuna, che in Sono Tornato, ad affrontare il Duce c’è Nonna Lea, interpretata da Ariella Reggio, anziana malata di Alzheimer che ricorda perfettamente le atrocità del ventennio e della guerra.

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