© EPAINVIATO A BARCELLONA - Non fatevi ingannare dall’uno-due della rinata Suzuki, né dalla capacità innata e per nulla assopita di Marc Marquez di essere molto veloce. Figuriamoci da un Jorge Lorenzo impiccato per strappare la prima fila, tanto meno da un Valentino Rossi ancora una volta relegato in terza, con il settimo tempo come al Mugello. A Barcellona è un’altra storia. Un altro Dottore, che vuole provare a fermare lo tsunami Lorenzo, da tre gare non soltanto vincente ma in testa dal primo all’ultimo metro (76 giri al comando consecutivi, 12 in meno del record di Casey Stoner nel 2007 con la Ducati). «Rispetto a Le Mans e al Mugello sono messo molto meglio. Jorge è il favorito, ma io voglio provarci, voglio lottare fino in fondo con lui» mette subito in chiaro Vale. La qualifica gli resta indigesta («colpa mia, avevo il potenziale per stare nei primi cinque e non ho fatto il giro perfetto anche se avevamo una buona strategia»), ma qui la prima curva è molto lontana e soprattutto il feeling con la sua M1 è buono fin dalle prime prove. Lo capisci dalla faccia, sorridente come nelle prime tre gare, quando Rossi ha scavato un grande vantaggio nel Mondiale. Vantaggio ora ridotto ad appena 6 punti (ma 49 su Marc Marquez). «La posizione non è granché, vero, ma non sono lontano sul tempo secco e mi trovo molto bene sulla moto e ho ben passo gara. Soprattutto sono competitivo con le gomme finite, quando bisogna esserci e fare la differenza».
Giorgio Pasini