Mugello, Fratelli d'Italia: tre gare e tre vittorie

Dovizioso, Pasini e Migno hanno fatto suonare per ben tre volte l'inno di Mameli
Mugello, Fratelli d'Italia: tre gare e tre vittorie© LaPresse/Alessandro La Rocca

INVIATO A SCARPERIA - Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta. Tra gare, tre vittorie, con tre piloti sottovalutati, non considerati, non mediatici. Non c’è Valentino Rossi sul podio del Mugello, troppo debilitato per lottare fino alla fine, ma le Ducati di un eccezionale Danilo Petrucci e soprattutto di uno straordinario Andrea Dovizioso, bloccato la mattina (non ha disputato il warmup) da un’intossicazione alimentare ma autore di una gara da paura, battendo la M1 di Maverick Vinales, sempre più leader del Mondiale, con ora proprio il forlivese secondo in classifica (-26 ma +4 su Rossi). Un Dovi che riporta sul gradino più alto la Ducati per la prima volta quest’anno e otto anni dopo Casey Stoner qui, ma soprattutto diventa il primo italiano a vincere su una moto italiana in top class nel Gran Premio d’Italia. Mitico. Come Mattia Pasini e Andrea Migno che hanno fatto suonare già prima l’Inno di Mameli in Moto2 e in Moto3. Il primo otto anni dopo l’ultima sua vittoria (sempre qui, in 250 davanti all’amico Marco Simoncelli al quale dedica il trionfo), vendicandosi di chi lo dava per finito con quel suo braccino destro martoriato in un incidente di motocross quando aveva 13 anni. Migno invece si trasforma da brutto anatroccolo a cigno della VR46 e del correlato Sky Racing Ream, l’Academy di Valentino e la squadra dove è amato da tutti per essere uomo spogliatoio e gran lavoratore, più che talento. Tre storie, tra riscatti, tre emozioni. Fortissime anche per il popolo giallo.

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