Rossi, non ce n'è per nessuno: il decimo titolo è possibile

Valentino Rossi a trentasei anni è ancora il più forte di tutti. Di chiunque. Anche di mostro Marquez
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ROMA - Non ce n’è per nessuno. Se sotto le chiappe ha una motoretta che va almeno a tre quarti delle altre - e la sua Yamaha comincia a essere qualcosa che assomiglia sempre di più a una Honda, e promette di diventare perfino meglio - Valentino Rossi a trentasei anni è ancora il più forte di tutti. Di chiunque. Anche di mostro Marquez. Rieccolo, il leader della MotoGP, alla caccia sempre più plausibile del suo decimo titolo. Una rimonta spaziale, strepitosa, fantasmagorica, degna di tante altre che lo hanno consegnato alla leggenda fin dall’età dello sviluppo, a compensare la solita partenza così così dopo la consueta qualifica così cosà (8° al semaforo verde). Un trionfo, il secondo del Motomondiale 2015 su tre gare disputate, riassunto dal decollo per la tangente dello spagnolo, frustrato dalla rimonta di Vale capace di recuperargli oltre quattro secondi nel giro di otto giri, ma determinato a non lasciarsi sorpassare con rassegnazione, al punto da tentare un controsorpasso immediato che, a due giri dal traguardo del GP d’Argentina, ha ricevuto come risposta una parata fenomenale di Rossi, il quale ha semplicemente tenuto la traiettoria che il primo posto a quel punto consentiva, consegnando la moto arancione alle scintille e alle terre, per la furia di Marquez. Un botto crudele per Marquez, ma entusiasmante per Rossi, che non ha commesso alcuna scorrettezza e anzi, ha proseguito a un ritmo infernale come se nemmeno si fosse accorto della sparizione del suo avversario. La scelta di montare una gomma extradura ha pagato: la sensazione di un ineluttabile riaggancio è stata palpabile fin dal momento in cui Vale ha scavalcato, in un battibaleno, prima Iannone, poi Crutchlow e quindi Dovizioso, intelligente nel mettersi in scia al pesarese senza tentare l’impossibile, giudizioso nel portare in casa Ducati un nuovo podio. Col volo di Marquez a trasformare il terzo posto in un secondo, davanti all’altra Honda di Crutchlow.

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