Jacobelli: il gigante Valentino e i nani di Spagna 

Alcuni media iberici, non paghi della farsa di Valencia e del biscotto televisivo in mondovisione, hanno avuto pure il coraggio di denigrare Valentino, dicendo che il suo mito è finito nel fango

VALENCIA - Per farci capire meglio, lo diciamo nella lingua di Lorenzo e Marquez, della Dorna e del suo capo, Carmelo Ezpeleta: ”Nos habeis tocado las narices”. Ci avete rotto le scatole. Il riferimento è ad alcuni media iberici che, non paghi della farsa di Valencia e del biscotto televisivo in mondovisione, hanno avuto pure il coraggio di denigrare Valentino, dicendo che il suo mito è finito nel fango. Ma dove? Ma quando? Ma in quale film? Quello in cui il protagonista si chiama Jorge Lorenzo che, facendola la manita, ha candidamente confessato: “Ho conquistato il mondiale grazie a Marquez e a Pedrosa. In un’altra gara mi avrebbero attaccato”? Jorge Lorenzo, cioè il vincitore di quattro titoli iridati più l'ultimo che verrà ricordato per la macroscopica ingiustizia perpetrata ai danni di Rossi, costretto a partire per ultimo e fatto fuori nell’ultima gara dalla santa alleanza spagnola?

E la Honda ha pure il coraggio di replicare a Valentino? Ma se persino Lorenzo ammette di essere stati aiutato dai connazionali, c’è bisogno di aggiungere altro? Ha perfettamente ragione Valentino: “Nel motomondiale si erano visti compagni di squadra aiutarsi, ma che un terzo si mettesse in mezzo in modo così plateale per impedire a un pilota di vincere, non si era visto mai”. Lo stesso Valentino che ieri sera ha fatto bene a disertare la cerimonia di premiazione a Valencia. C’è un limite a tutto. Anche alle farse. L’abbiamo scritto e ripetuto cento volte, da Sepang in poi: #iostoconVale. Quanto a Marquez, chissà se conosce un’antica massima tibetana: quando viene sera, anche le ombre dei nani sembrano giganti. Il problema è che poi viene il giorno.

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