Jacobelli: Lorenzo senza pudore. «Valentino ha cambiato la realtà». Basta con le panzane

Lo spagnolo ignora cosa sia il senso del pudore
Jacobelli: Lorenzo senza pudore. «Valentino ha cambiato la realtà». Basta con le panzane© EPA

TORINO - Chissà se Jorge Lorenzo ha studiato il latino e se sa che cosa voglia dire excusatio non pentita accusatio manifesta. Se non lo sa, glielo diciamo noi: scusa non richiesta, accusa manifesta. La centesima e, presumibilmente, non ultima intervista rilasciata dal quattro volte campione del mondo più una, conferma la locuzione. Con un’aggravante: che lo spagnolo ignora cosa sia il comune senso del pudore. Sentite un po’, cogliendo fior da fiore dal testo pubblicato sul Mundo Deportivo: "Solo Valentino può fare qualcosa per far scendere la tensione, io non ho problemi con nessuno, ma lui ha modificato la realtà delle cose". Cioé Rossi racconta balle, mentre Lorenzo è il depositario dell verità universale.

Andiamo avanti: "Il Mondiale vinto ripaga dei tanti sacrifici fatti, dei difficili momenti vissuti dopo i numerosi infortuni e dei cattivi risultati. Questo campionato è stato il più difficile, sono sempre stato costretto a inseguire Valentino, non poteva esserci finale più drammatico, emozionante e più dolce per me. No, Valencia non è stata una bella pubblicità per il nostro sport, ma come è successo in Formula 1 ai tempi di Senna e Prost è possibile che il Motomondiale abbia acquistato un po' di popolarità in più, solo che sarebbe stato meglio che ciò fosse avvenuto per la spettacolare gara di Phillip Island e non per le polemiche del dopo-Sepang". Maddai? E chissà di chi è la colpa. Ancora: "Io e Valentino non lavoriamo insieme, siamo nello stesso team, ma ognuno ha il suo staff personale. Corriamo entrambi sulle Yamaha, ma le moto non sono uguali e non lo sono neanche i meccanici, andiamo in pista per vincere e battere tutti, compagno di team e avversari"."In condizioni normali, a fine campionato i rapporti sarebbero tornati normali, ma dopo quanto accaduto a Sepang e le convinzioni che ha maturato Valentino a tal proposito, ci vorrà del tempo perché le relazioni tornino a essere come prima. Per quanto mi riguarda non c'è nessun problema, non ci sono rancori, rispetto tutti i piloti dentro e fuori le piste".

Bum. Non è finita: "Basta vedere le ultime 5-6 gare, se così fosse, Marquez non mi avrebbe superato a Phillip Island. Però sappiamo l'influenza che ha Rossi sui mezzi di comunicazione, ha tantissimi tifosi e alla fine in tanti hanno creduto alla sua teoria, uno sportivo con molta influenza sulla stampa può modificare la realtà ed è quello che è avvenuto. Io e Marquez siamo attaccati in Italia proprio per l'influenza che hanno le dichiarazioni Rossi, i giornalisti italiani difendono le sue teorie e la gente segue quello che sente e quello che legge. In Spagna mi sento difeso, la stessa cosa vale per Marquez, è stato difeso anche lui perché è evidente che Marc non ha fatto nulla di male. Lui in Malesia ha cercato di fare la sua gara, è stato Valentino a commettere un'irregolarità. Poi, a Valencia, sono stati i piloti italiani a dire pubblicamente che avrebbero cercato di aiutare Rossi. I fischi sul podio a Valencia? Arrivavano dai tifosi di Rossi, non dagli spagnoli, ma tutto questo non mi piace e vorrei che nel Motomondiale tornasse l'atmosfera che c'era qualche anno fa. Adesso solo Rossi può far sì che le tensioni si abbassino, Valentino dovrebbe mandare un messaggio forte ai suoi tifosi per calmare gli animi, ma non so se è disposto a farlo".

Ricapitolando: Lorenzo è un santo; Marquez un cherubino; Valentino un reprobo cattivo che controlla la stampa italiana e la aizza contro Lorenzo e Marquez; le dieci scorrettezze di Marquez a Sepang prima del contatto con Rossi non ci sono mai state anche se le immagini le documentano; il tentativo di Lorenzo di presentarsi al Tas, presumibilmente non per difendere ma per svergognare Valentino è una bufala; il biscotto di Valencia è un’invenzione dell’associazione pasticceri italiani per promuovere il made in Italy in Spagna. Lorenzo, piantala che è meglio.

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