Ducati, che festa con Bagnaia e Bautista. Le parole di Dall'Igna e Domenicali

Tripudio a Bologna per celebrare la grande stagione della scuderia di Borgo Panigale, tra MotoGP e Superbike

ROMA - L'Unipol Arena di Bologna si è tinta di rosso per accogliere i grandi protagonisti della stagione Ducati, che ha fatto ancora una volta incetta di premi tra le diverse categorie. Un "tutto esaurito" per celebrare i campioni che hanno segnato il 2023: non solo Francesco Bagnaia, quindi, che si è giocato il titolo in MotoGP fino all'ultimo con Jorge Martin, ma anche Alvaro Bautista, anche lui confermatosi campione in Superbike, e Nicolò Bulega, che con il trionfo in Supersport si è meritato la promozione proprio al fianco dello spagnolo classe '84. Un dominio totale della scuderia di Borgo Panigale che rappresenta al massimo quella Motor Valley capace di ospitare il meglio della tradizione motoristica. Concetti ribaditi da Claudio Domenicali: "Ducati è un’azienda a circa tre chilometri da qui, dove lavorano ragazze e ragazzi che escono quasi tutti da università italiane. Dobbiamo essere orgogliosi non tanto perché la Ducati ha vinto, ma perché è la vittoria di un sistema. Io ho cominciato in Ducati nel 1991, era un’azienda piccolissima, era impossibile pensare di arrivare a livello delle case giapponesi; oggi, non solo ci siamo arrivati ma sono loro a rincorrerci - ha aggiunto l'amministratore delegato di Ducati Corse -. La Motor Valley è una terra fortunata, in un raggio di cento chilometri ci sono Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani, Dallara, la Ducati, i circuiti di Imola e Misano, una terra che ha dato i natali a dei piloti pazzeschi, e molti li abbiamo noi adesso".

Dall'Igna: "La nostra forza è la condivisione"

Sul palco anche Luigi Dall'Igna, che ha voluto evidenziare il grande livello di collaborazione tra team ufficiali e team satellite: "Abbiamo adottato una filosofia differente rispetto ai competitor, perché condividiamo tutte le informazioni e i dati, le prove che ogni singolo pilota fa in un fine settimana di gara o nei test. Questa è la nostra forza, e lo abbiamo fatto fino alla fine: avevamo due piloti in corsa per vincere, eppure fino alla fine tutti hanno lavorato collaborando in maniera continua e se possibile aiutandosi. Vorrei ricordare come qualche anno fa un team avesse costruito un muto all’interno dei box", ha aggiunto il direttore generale di Ducati Corse, con un chiaro riferimento al muro eretto in casa Yamaha tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo nel 2008.

Bagnaia: "In pochi volevano la Ducati. Barcellona? Niente scuse"

Tra i protagonisti più attesi c'era Francesco Bagnaia, che si è aggiudicato il secondo titolo consecutivo MotoGP, arrivando così a tre titoli mondiali in carriera, dopo quello vinto in Moto2. "Quando sono arrivato in Ducati la moto cominciava ad essere competitiva, ma non erano in molti quelli che ci volevano salire.. Ma negli ultimi anni siamo riusciti a portare avanti un qualcosa che ora tutti riescono a guidare, pur con stili differenti. È stato un bel lavoro collettivo, tra ingegneri e piloti"., ha voluto ricordare Pecco, sottolineando ancora una volta la collaborazione all'interno di tutto il mondo Ducati.

Inevitabile, poi, parlare dell'incidente di Barcellona: "Fisicamente ci ho messo un po’ a riprendermi, mentalmente ancora di più. Siamo riusciti a rimanere costanti, e alla fine vincere all’ultima gara, e vincendo la gara, è stato fantastico. Non ho detto a nessuno del dolore che provavo? Non mi piace cercare scuse. La mattina dopo non riuscivo a muovermi, era difficile immaginare di correre cinque giorni dopo a Misano. Sono riusciti a rimettermi sulla moto, ed è stato abbastanza per correre". Infine, sul duello con Jorge Martin, risoltosi solo nell'ultima gara a Valencia: "Jorge è stato incredibile, nella seconda parte di stagione ha fatto paura. Bisognava fare uno step in più, perché la domenica siamo sempre stati competitivi, ma dovevamo tornare ad essere esplosivi come lui, entrare in pista e andare subito forte. Devo ringraziarlo, perché quando hai così tanta pressione diventa una motivazione in più".

Bautista: "In Ducati un sogno, non voglio svegliarmi"

"Il mio sogno lo sto vivendo adesso, è questo il mio sogno, non voglio svegliarmi mai, voglio continuare ad avere questa sensazione con questa moto". Parola di Alvaro Bautista, altro grande protagonista della stagione Ducati con il suo titolo in Superbike, il secondo consecutivo. A proposito del bis mondiale, o spagnolo ha spiegato: "Vincere la prima volta è molto speciale, perché è un traguardo che finché non lo raggiungi non sai qual è la strada per arrivarci. Quando l’hai vinto una volta hai più sicurezza in te stesso, ma hai anche più rivali in pista. È stato molto difficile, anche se abbiamo vinto molte gare, però avere il numero 1 in carena ti dà più pressione. Ma io ho cercato di trasformare quella tensione in una sfida, una motivazione, per cercare di difendere il titolo"

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