SBK Phillip Island, gara 1: Rea vince in volata

Il campione del mondo inizia il 2016 nel migliore dei modi, regolando sul traguardo Davies, Van der Mark e Giugliano al termine di una gara spettacolare
SBK Phillip Island, gara 1: Rea vince in volata

Dopo quattro mesi di lontananza dai circuiti, oggi è “il giorno” della Superbike versione 2016. Con la nuova formula, infatti, gara 1 si corre di sabato (fino all’anno scorso giornata dedicata alle prove) e quindi la pista ha già dato i suoi verdetti.

LA GRIGLIA DI PARTENZA – Sull’impegnativa pista affacciata sull’oceano c’era grande attesa per l’inizio di una stagione in cui la Kawasaki, iridata con Jonathan Rea, cercherà di confermarsi con il britannico e con il connazionale Sykes. Da tenere d’occhio il rientro della Yamaha con la competitiva R1 di Sylvain Guintoli e Alex Lowes, l’arrivo di Nicky Hayden alla guida della Honda (che schiera anche il giovane Van der Mark), le BMW “italiane” del Team Althea con Torres e Reiterberger e la definitiva consacrazione dei due talenti Ducati, Chaz Davies e il romano Davide Giugliano.
Curiosità per l’iscrizione (in extremis) delle Aprilia Iodaracing di Alex De Angelis e del veloce debuttante Lorenzo Savadori ma anche dell’unica MV Agusta al via, quella di Camier.

CHE SCATTO! – Le Kawasaki di Rea e Sykes scattano forte e si presentano prima e seconda a via, con Giugliano alle loro spalle e Davies che grazie ad una bella partenza recupera posizioni e si porta al quinto posto dietro Van der Mark. 
Rea si mette subito a tirare e prova a fare la differenza ma il gruppo rimane ben nutrito: sono in nove, uno dietro l’altro (c’è anche Savadori) e lui non riesce a scappare, anche perché Sykes lo attacca e lo passa. 

FESTIVAL DEI SORPASSI - Nelle battute iniziali, con Sykes a comandare sono Davies, Van der Mark, Giugliano e Rea a dare spettacolo con sorpassi e controsorpassi mentre si diverte meno Alex De Angelis, costretto al ritiro a quindici giri dalla fine un po’ per il dolore alla spalla, un po’ per il poco feeling con la moto. A metà gara, Rea torna davanti mentre Sykes, detronizzato, deve subire anche un sorpasso deciso da Giugliano, che lo deconcentra e che lo fa finire in fondo al gruppetto, da cui inizia a staccarsi Savadori.

QUATTRO MOSCHETTIERI - A nove giri dalla fine, si avvicina il momento clou: mentre Fores si ritira a causa del dolore al dito fratturato, Rea, Giugliano, Davies e Van der Mark provano a fare il “vuoto” nei confronti degli avversari.
Hayden e Guintoli perdono terreno a causa dell’usura delle gomme (chiuderanno rispettivamente nono e sesto), mentre Lowes commette un errore e finisce la sua gara sulla sabbia. Sykes prova a rimanere nella scia dei primi ma alla fine deve arrendersi, accontentandosi del quinto posto, davanti a Guintoli, Camier e Torres.  

TORNANTINO DECISIVO - Con Giugliano a fare un po’ di elastico e Van der Mark a dare spettacolo nelle staccate, i quattro si presentano più o meno compatti all’ultimo giro: Rea è davanti e si aspetta da un momento all’altro l’attacco di Davies. Che arriva, preciso come un orologio al tornantino in discesa: Chaz attacca all’interno e passa ma, forse a causa dell’usura della gomma anteriore, non riesce a chiudere la porta a Rea che gli rende il favore all’incrocio delle traiettorie, percorre il curvone alla perfezione e si presenta in testa sotto la bandiera a scacchi. 

NUMERO UNO - Per Jonathan è una vittoria importante, la prima con il numero 1 sulla carena. Un segnale chiaro agli avversari: “Sono il migliore e dovrete fare ben altro per battermi”. Alle sue spalle un Chaz Davies capace di dare spettacolo e di essere concreto mentre in terza posizione ha chiuso l’olandese Van der Mark, che alla guida della “vecchia” Honda (nettamente migliorata) ha messo la ciliegina su tre giorni di lavoro estremamente positivi. Quarto, a soli sei decimi dalla vittoria, un ritrovato Davide Giugliano: il romano è stato grande protagonista della gara, non ha accusato come in passato problemi di tenuta di gomme e gli è mancato poco per il “colpaccio”. Domani avrà modo di prendersi la rivincita ma come avvio non c’è male. 

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