MotoGP: arrivano le comunicazioni radio, in gara dal prossimo anno

Il sistema testato a Jerez da Quartararo (che l'approva), Espargaro e Folger. Per ora solo messaggi preregistrati sulla sicurezza dalla Direzione Gara ai piloti. Ezpeleta: «Via dall'esordio 2024 in Quatar, in futuro avremo veri team radio»
MotoGP: arrivano le comunicazioni radio, in gara dal prossimo anno© Getty Images

TORINO - Un altro passo nel futuro, ma anche nella “formulizzazione” della MotoGP. Lunedì durante il test post gara di Jerez la Dorna ha provato anche le comunicazioni radio con i piloti in pista, applicando quanto anticipato qualche mese fa da Tuttosport. Tre anni dopo il primo test (Misano 2020 con Stefan Bradl, collaudatore della Honda) bocciato dai piloti, in Andalusia sono stati portati due sistemi, affidati a Fabio Quartararo della Yamaha, Aleix Espargaro dell’Aprilia e Jonas Folger della Ktm. Bocche cucite per gli ultimi due («abbiamo l’ordine di non parlarne»), ha raccontato quanto successo e detto la sua il francese, che d’altronde non si fa da tempo problemi a criticare anche aspramente la Yamaha per l’immobilismo nello sviluppo di un progetto da tempo in crisi.

«Sono stati tre giri in cui ho sentito “bandiera rossa, bandiera rossa, bandiera rossa” nelle orecchie» ha raccontato Quartararo, che ha utilizzato il sistema esterno all’orecchio (come un tradizionale apparecchio per chi ha problemi di udito), mentre l’altro si inserisce direttamente con i tappi -. È davvero piccolo. Non è stato inserito nell'orecchio. Il peso è di circa 100 grammi. Ma era scomodo, quindi devono lavorare a un sistema migliore. Ho dovuto indossare le cuffie e poi l'archetto per mantenerle stabili. Era un prototipo e credo che per la prima volta che l'abbiamo provato sia andato bene». Ma soprattutto è stata sdoganato il progetto. «È stato un buon risultato e penso che se si riesce a usarlo in modo corretto, può essere sicuro. Ma credo che non sia necessario che ci siano molte persone che parlano con te, deve essere usato solo in situazioni di emergenza. È difficile, perché quando stai guidando e senti qualcosa ti fa strano».

Per ora tratta quindi di comunicazioni unidirezionali con avvertimenti preregistrati di pericoli dalla Direzione Gara al pilota, che non ha tempo di guardare il dashboard per leggere gli avvertimenti per la sicurezza, ma squadre e soprattutto le televisioni non vedono l’ora che i team radio come in Formula 1 diventano realtà anche in MotoGP.

«È una sfida, perché rispetto alle auto i caschi per le moto sono stretti, soprattutto sul volto, e le moto sono molto più rumorose - spiega Carlos Ezpeleta, il figlio del boss Carmelo -. C'è anche parecchio movimento in più, perché i piloti devono essere liberi di muoversi sulla moto. Si tratta di qualcosa di molto più impegnativo, quindi. Ci sono cose su cui dobbiamo lavorare, ma siamo molto soddisfatti». Per il capo della parte sportiva del Mondiale l’introduzione del sistema sarà graduale a partire dal prossimo anno. «Non prima della prima gara 2024 in Qatar. Per il momento sono coinvolti solo messaggi relativi alla sicurezza, ma nei prossimi anni ci potrebbe essere un ulteriore sviluppo. Quando i piloti si sentiranno più a loro agio si potrebbe ragionare in termini di comunicazione bidirezionale via radio, quindi anche dai piloti alla race control o ai team. Ad ogni modo, sono in arrivo molte novità». 

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