Le 10 coupé italiane che hanno segnato gli anni Settanta

Dieci marche e dieci modelli diversi, dal più popolare a quello più esotico, di cui alcuni oggi non esistono più
Le 10 coupé italiane che hanno segnato gli anni Settanta

Con la 124 Spider, Fiat è tornata a cavalcare il mito degli anni Sessanta e Settanta, un’epoca in cui il mondo andava in un’altra direzione e l’automobilismo lo seguiva, senza preoccuparsi di un sacco di cose, come l’inquinamento o la sicurezza, tanto per citare le differenze più macroscopiche. In un’epoca in cui la tecnica progrediva più veloce delle norme di omologazione e la rivoluzione dell’elettronica era ancora di là da venire, la mente umana ha creato alcune delle auto più belle della storia. E siccome la sportività su quattro ruote aveva ancora un valore, non mancavano le coupé e le cabriolet, di ogni prezzo e dimensioni.

Addirittura, negli anni Settanta, c’erano ben dieci marchi italiani – nove più uno a dire la verità - che potevano vantare la produzione di una coupé. Vediamole una per una.

Alfa Romeo Montreal (1970-77)

Spinta dal mitico V8 a carter secco della 33 da corsa, seppure ingentilito e portato a 2.6 litri di cilindrata, aveva 200 CV e arrivava a 224 km/h, mentre sotto la pelle c’era ancora il pianale della Giulia.

De Tomaso Pantera (1972-1990)

Partorita dal genio folle di Alejandro De Tomaso, montava un motore Ford V8 da 5.8 litri e 350 CV parente di quello della Mustang. Il disegno era firmato Ghia, il telaio Dallara e la produzione affidata alla Vignale.

Dino (Ferrari) 246 (1969 – 1973)

Pensata come baby-Ferrari e dedicata al figlio del Drake, ha un motore 2.4 V6 da 195 CV a 7.600 giri montato in posizione posteriore centrale. Aveva un eccellente comportamento stradale.

Fiat Dino Coupé 2400 (1969-72)

Nata dal progetto comune con Ferrari, si proponeva come coupé gran turismo e il suo V6 da 2.400 cc e 180 CV la spingeva oltre i 200 km/h. Aveva il retrotreno a ruote indipendenti, cosa non comune per l’epoca.

Ferrari 365 GTB/4 Daytona (1968-1974)

Giudicata come una delle auto più belle di sempre, sotto il cofano aveva un 4.4 V12 da 352 CV che la spingeva fino a 280 km/h. Fu anche una delle Ferrari di maggior successo negli Stati Uniti.

Iso Grifo (1965-1974)

Progettata da Giotto Bizzarrini e spinta da un V8 Chevrolet da 5.4 litri e 350 CV, è stata disegnata da Bertone e si proponeva come concorrente delle supercar dell’epoca. Fu prodotta in soli 412 esemplari.

Lamborghini Urraco (1970-1979)

Raro esempio di coupé a 4 posti con motore centrale, aveva un 2.4 V8 da 220 CV e voleva essere il modllo di accesso per la gamma Lamborghini. La sua produzione non raggiunse gli 800 esemplari.

Lancia Beta Coupé (1973-1982)

E’ una delle prime Lancia nate sotto la proprietà Fiat e infatti utilizza i motori bialbero Lampredi. Disponibile con un 1.6 da 109 CV e un 1.8 da 119 CV. Fino al 1982 fu venduta anche nel mercato americano.

Maserati Merak (1972-1984)

Nata sotto la proprietà Citroen, per contrastare le coeve Ferrari e Lamborghini, fu disegnata da Giorgetto Giugiaro. Sotto il cofano c’era il 3.0 V6 della SM, portato a 190 CV e montato in posizione centrale.

Puma GTE (1973-1979)

Alta poco più di un metro e costruita artigianalmente, sfruttava le meccanica del Volkswagen Maggiolino, anche se in seguito il boxer tedesco venne sostituito da quello italiano dell’Alfasud

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