Il mondo a due ruote: viaggio nel globo con una Vespa del ‘68

Il viaggio di Ilario Lavarra con un obiettivo affascinante: percorrere 50.000 km in 3 anni in sella alla sua “Ardimentosa”
Il mondo a due ruote: viaggio nel globo con una Vespa del ‘68

Milano - Certe volte la routine prende il sopravvento e la voglia di cambiare orizzonti può afferrare direttamente alla gola; e capita anche che un’idea si dilati fino a trasformarsi in un’affascinante avventura. Come successo a Ilario Lavarra, 35enne milanese laureato in Economia, animo inquieto e appassionatissimo vespista, che all’origine aveva ipotizzato il suo viaggio come un semplice Milano-Capo Nord-Portogallo.

POI, COME SI SA, L’APPETITO VIEN MANGIANDO - Specialmente vero per un globetrotter recidivo con già 85mila chilometri e 18 mesi ininterrotti di esplorazioni a due ruote. La sete d’avventura, il forte richiamo della strada, soprattutto quel bisogno - quasi fisiologico in Lavarra - di conoscere il mondo, hanno avuto il sopravvento. Il progetto iniziale s’è quindi dilatato in un raid planetario di tre anni e 150mila chilometri. Anche a scapito di mollare tutto il resto. Un pellegrinaggio dello spirito, più che un’impresa vagamente sportiva. Il titolo scelto, infatti, la dice lunga: “Le Grand Tour”, come i grandi viaggi dei poeti romantici del settecento.

 

LA FILOSOFIA DEI PROSSIMI MILLE GIORNI DI SELLA -  Il modo d’affrontare il mondo, la scelta del veicolo, Ilario Lavarra li chiarisce molto bene nel video di presentazione di Le Grand Tour, girato dallo stesso Vespista poco prima di partire (lo trovate in basso). E ancora più illuminanti, forse, sono i suoi due recenti libri, da poco editi, frutto meditato della lunga traversata delle Americhe dall’Alaska alla Terra del Fuoco, tra il 2010 ed il 2011, a bordo di un’altra sua Vespa, una Sprint Veloce del 1970 ribattezzata “la Corazzata”. “21 Americhe” è un libro di narrativa, più che un semplice diario di viaggio. Coinvolgente e ben scritto. “Attravespando le 21 Americhe” è invece il felice risultato degli sforzi fotografici dell’Autore. Occhio attento e grande sensibilità.

DOPO ESSERE PARTITO DA MILANO con le tasche cariche dei santini votivi offerti dai suoi fans, e con un crocefisso di legno al collo omaggio di alcuni scooteristi d’Assisi, nemmeno giunto a Verona Lavarra ha dovuto sostituire il cerchione posteriore. Deformato. Qualche giorno dopo, a Varsavia, sotto la pioggia battente, ha invece aperto il motore a causa dei ribattini del parastrappi. Attendiamo novità. Il Vespista milanese, con cui manteniamo un contatto, ha promesso di tenerci informati sui progressi.

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