MV Agusta Brutale 800 RR 2018, nuda ed estrema

Meccanica in bella mostra, tre cilindri pronti a graffiare. La prova della MV Agusta Brutale 800 RR in versione 2018
MV Agusta Brutale 800 RR 2018: la prova

TORINO - Tante le novità a bordo della MV Agusta Brutale 800, concentrate soprattutto intorno al propulsore ora Euro4 rivisto  in molti dettaglio tra cui la ruota libera del sistema di avviamento, l’albero primario del cambio, la testata e il diagramma di distribuzione, l’impianto di scarico, il cambio e il sistema di fissaggio del tre cilindri al telaio per aumentare la rigidità.

NATURALMENTE è stata ripensata anche tutta l’elettronica, con nuove mappature della centralina e l’introduzione del quick-shift in scalata e in inserimento. Il pilota può scegliere tra tre mappe motore (Rain, Normal, Sport) più una personalizzabile a piacere (Custom) che permette di regolare la sensibilità del gas, la coppia del propulsore, il freno motore, la risposta del tre cilindri all’apertura dell’acceleratore e l’intervento del limitatore. Cambia leggermente anche il look grazie ai nuovi cerchi a tre razze sdoppiate e alle grafiche inedite. Potenza e coppia sono al top: 140 CV dichiarati (oltre 25 in più della vecchia) a 12.300 giri, 87 Nm a 10.100 giri.

FIN DAI PRIMI CHILOMETRI, la Brutale 800 RR conferma le caratteristiche del modello precedente. È una naked estrema, senza compromessi, sia nella posizione di guida, sia nella dinamica. Il pilota viene accolto da una sella dura e poco imbottita, da un manubrio basso che carica le braccia e da dimensioni complessive davvero contenute. Bastano due curve per capire che questa moto è compatta all’estremo, reattiva come poche e rapidissima nei cambi di direzione. Sembra di tenere il perno della ruota anteriore tra le mani: una caratteristica che di apprezza soprattutto nel misto stretto.

ALL’AUMENTARE DELLA VELOCITA’, infatti, questa reattività si trasforma in una marcata sensibilità alle sconnessioni con reazioni che per fortuna non risultano mai preoccupanti. La taratura delle sospensioni è orientata a soddisfare i piloti più sportivi, meno quelli che cercano il comfort: forcella e mono copiano in modo coerente il fondo e garantiscono una buona stabilità anche quando si forza l’azione. Alla lunga però si soffre…

DAVVERO ESUBERANTE IL PROPULSORE: tra i 7.000 e i 12.000 è una vera furia nonostante la rapportatura piuttosto lunga. L’erogazione si rafforza via via che ci si spenge verso il limitatore con il coreografico contorno di lunghe impennate. Per fortuna il feeling col gas quando si guida allegri è davvero eccellente e il pilota può dosare al micron la coppia da scaricare a terra. Meno a punto risulta quando si guida in relax a bassa velocità laddove la risposta del tre cilindri risulta un po’ troppo brusca. Lavorando sulle mappature personalizzate dell’elettronica però il problema si risolve.

DA RIVEDERE IL CONTROLLO DI TRAZIONE il cui funzionamento è talmente raffinato (questo è quello che ci hanno detto a Schiranna) che a volte sembra non lavorare proprio. Solo nella modalità più invasiva (posizione 8) il sistema taglia la coppia, ma lo fà in modo fin troppo invadente. Già dal livello 6 non si registrano interventi… Spettacolari infine il sound che esce dallo scarico e il funzionamento del cambio: un vera fucilata sia in inserimento sia in scalata.

UN CONSIGLIO? Cercatevi una bella strada di montagna e fate avanti e indietro fino a sera. Il divertimento è assicurato. Questa nuda ripropone il carattere senza compromessi della versione precedente e una guida entusiasmante specie nel misto. Il prezzo? 15.770 euro franco concessionario.

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