Prova Honda CB1000R 2018, nuda con classe

Una proposta originale, che non delude chi è alla ricerca di performance e piacere di guida. Abbiamo testato per voi la nuova scarenata della Casa dell’Ala, CB1000R 2018
Prova Honda CB1000R 2018, nuda con classe

Marbella - La precedente versione è stata una delle “big naked” più apprezzate sul mercato, il rilancio quindi doveva essere quantomeno all’altezza. L’ultima incarnazione della Honda CB1000R si rinnova profondamente, tentando di catturare tutti quegli appassionati che, da un lato cercano prestazioni e piacere di guida, dall’altro vogliono una moto dallo stile elegante, lontano però dai “soliti” stilemi del già saturo filone modern-classic. Un concetto che Honda ha sintetizzato nella sigla “Neo Sports Café”, dando vita ad un mezzo di carattere, dal design minimal e con i muscoli in bella mostra. Siamo volati in Spagna, sulle emozionanti strade tra Marbella e Ronda, per scoprire tutto su questa interessante novità.

La bella e la bestia, tutte e due infilate in un unico mezzo. Perché all’inizio la guardi, questa nuova CB, e ti dici: bella è bella. E allo stesso tempo pensi che forse, chi lo sa, l’avranno resa un po’ più docile rispetto al passato. E invece, neanche per idea! Perché appena la metti in moto, e vai… Ma procediamo con ordine. Prima un veloce cenno alle finiture: plastica zero, tanta solidità (la senti al tatto), particolari raffinati (come il faro anteriore e le luci full LED), una cura costruttiva da mezzo “upper premium”. Praticamente impossibile trovarle sbavature. Dopodiché, corta, gibbuta, aggressiva, eppure allo stesso tempo elegante, la linea difficilmente non piace. Per quanto riguarda il parafango posteriore a filo ruota, in genere divide, o lo si ama o lo si odia. Qui sinceramente, male non sta.

Dicevamo, la bestia… anzi no, aggiustiamo un po’ il tiro: la bestia c’è ma esce solo se lo si vuole. E in questo, la nuova CB1000R è molto Honda. Perché di base non è un mezzo per neofiti, eppure può essere portata a spasso senza troppi problemi anche da chi di esperienza non ne ha poi tanta. Se invece l’esperienza ce l’hai, allora sciogli pure le briglie ai cavalli e buon divertimento. Il 4 cilindri di derivazione Fireblade è un piccolo mostro di potenza: 145 cavalli scalpitanti, uniti ad un picco di coppia 107 Nm a poco più di 8.000 giri. Ma detti così, sono solo numeri. 

Per capire sul serio di cosa si tratta, bisogna ruotare il gas in maniera decisa e godersi la progressione forte e vigorosa a tutti i regimi. Con tanto di castagna tra i 6.000 e gli 8.000 giri, che dà carattere all’erogazione e aumenta il tasso di divertimento. Gran parte del merito è anche dell’elettronica. In particolare, del Throttle By Wire, efficace e in grado di modulare il comando del gas rendendo la risposta del motore “morbida”, o super-aggressiva, in base a come si agisce sulla manopola. Ma anche dei 3 riding mode a disposizione (più uno customizzabile): tutti molto ben congeniati, modulano erogazione (la potenza rimane sempre piena), traction control e freno motore, per meglio adattare la moto alle diverse condizioni di guida.

Rispetto al precedente modello, La CB1000R 2018 è più leggera di 12 kg, merito di una accurata riprogettazione, che ha visto l’introduzione di un nuovo telaio monotrave superiore in acciaio scatolato e piastre laterali in alluminio per serrare il perno del monobraccio realizzato in lega. Il peso della moto, con il pieno di benzina, è di 212 kg, mentre la seduta, rialzata di 5 mm (ora sono 830) consente a tutti un solido appoggio al suolo con i piedi.

Il comparto ciclistico si completa con sospensioni Showa regolabili, sia davanti che dietro. La forcella, in particolare, è di tipo SFFBP (Separate Function Front Fork Big
Piston), cioè ospita tutte le funzioni di smorzamento in un solo stelo, riducendo il peso, e garantendo allo stesso tempo uniformità di risposta. La frenata, invece, è affidata ad un impianto radiale con pinze a 4 pistoncini che agiscono su dischi flottanti da 310mm; dietro troviamo un disco singolo da 256 mm su cui agisce una pinza a 2 pistoncini. Le ruote, da 17’’, montano pneumatici 190/55 al posteriore e 120/70 all’anteriore. Sulla versione “plus”, oggetto della nostra prova, è inoltre presente il cambio Quickshifter di serie, apparso globalmente piuttosto preciso ed efficiente, nonostante un pizzico di ruvidità riscontrata in qualche occasione.

Le curve sono sicuramente il piatto forte di questa Honda, che sui percorsi tortuosi ama le danze scatenate. Strette, veloci, lente, tormentate, lunghe in appoggio, le digerisce tutte con grande efficacia, sempre solida, svelta, mai nervosa. Ottimi gli angoli di piega, insomma, si può osare! Per un utilizzo stradale, anche spinto, il comportamento delle sospensioni - in taratura standard - è decisamente buono, offrendo un mix perfetto tra sostegno (anche nelle staccate assassine) e comfort. Se si cercano prestazioni estreme, invece, magari durante un turno in pista, il mono posteriore dà la sensazione di aver bisogno di un setting un pizzico più accurato. Promossa anche la frenata, potente il giusto e modulabile, perfetta per questo tipo di moto. 

La posizione di guida della Neo Sports Café Honda è piuttosto particolare, con una seduta “neutra”, quindi molto corretta dal punto di vista dell’ergonomia, ma con il busto leggermente proteso verso l’avantreno; un po’ meno rispetto alla vecchia CB, ma sempre con la sensazione di stare sul manubrio, in posizione dominante, con il controllo totale di quel che accade appena davanti alla ruota anteriore. Una postura d’attacco, quindi, ma allo stesso tempo confortevole: si può stare in sella un’intera giornata senza stancarsi. 

Un mezzo, la nuova CB1000R, da usare senza troppi patemi nel day by day. Ci vai in ufficio in tutto comfort e non teme il traffico grazie all’ottima agilità e alle misure compatte. Poi, nel week-end, via la cravatta ed è pronta a scatenarsi. Per quanto riguarda la “vita in coppia”, semaforo verde per qualche passeggiata in due - non mancano comode maniglie ricavate all’interno del codino a cui appigliarsi - ma sulle lunghe percorrenze, chi sta dietro rischia di stancarsi in fretta.

Prezzo di questo modello: 13.790 euro in versione standard; mentre ne occorrono 15.090 per la “plus” che, oltre a diverse parti in alluminio (come il guscio monoposto, il parabrezza aerodinamico, il parafango anteriore, il piccolo parafango posteriore a filo ruota e la griglia copriradiatore), offre di serie le manopole riscaldabili e il cambio elettronico QuickShifter. Le colorazioni disponibile per l’Italia sono: Graphite Black (la versione CB1000R+ è disponibile solo in questo colore), Candy Chromosphere Red.

Abbigliamento tecnico della prova

Giubbotto Eleveit Giacca Classic
Guanti Eleveit Classic
Jeans Tecnici: Alpinestars  Crank Denim Pants
Stivali: Alpinestars SMX-1 R Boot
Casco: AGV AGV Veloce S

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