24 ore di Spa: Alex Zanardi il pilota super, ma normale

Il cambio di Zanardi, che esce dopo il suo turno di guida e subito viene circondato da cameraman e giornalisti
24 ore di Spa: Alex Zanardi il pilota super, ma normale

E' mezzanotte quando Zanardi effettua il cambio e lascia posto e volante a Glock, dopo essere andato un po' lungo sulla piazzola. Ha appena tirato giù il miglior tempo del suo team, arriva al cambio, gli aprono la portiera e scende, prende i suoi due bastoni, guarda il compagno di squadra partire e si avvia verso i box. 

Finalmente si leva il casco, il sotto casco, zuppo di sudore, si sistema un po' i capelli e si guarda intorno, circondato da telecamere, microfoni, giornalisti e dai membri del team BMW che lo guardano sorridendo. 

Il tempo di respirare poi: "volete sapere qualcosa?" così, come niente fosse. Perchè in fondo Zanardi una volta sceso dalla macchina non è più il robot che scanneerizza la pista e disegna traiettorie impossibili, limando decimi di secondo a ogni curva, ma ritorna "normale" e quindi, stanco o no,  è subito disponibile a parlare della sua gara. 

La pista è insidiosa, non è bagnata "ma neanche tanto asciutta e con le slick non è mica tanto igienico", ma la macchina risponde bene, poi la paura di aver bucato "ma era solo una pozzanghera" e poi la sensazione di andare forte: "io non so se l'Audi numero uno che avevo davanti era quella in testa alla gara, però ragazzi: mi stava frenando!".

L'aveva detto Alex e lo ripete: "la macchina mi sta aiutando molto perchè è agile e leggera e alla lunga questo finirà per darci dei vantaggi e così è. Se non fosse entrata la safety car avrei continuato sui tempi della Bentley e dell'Audi che avevo davanti e che era in testa". Si sta divertendo Zanardi in questa gara, vissuta al massimo, come sempre. Un pilota che fa notizia per il suo passato sicuramente, ma soprattutto  per il suo presente che è fatto di giri veloci e di una gara condotta tra i primi col miglior tempo della sua squadra. 

Finisce le interviste, torna verso il responsabile del team, saluta e va a riposarsi un po': la gara è lunga e l'esperienza insegna che ogni minuto di riposo è prezioso. Dal'altra parte sceso dalla macchina Zanardi è un uomo normale, proprio come gli altri. 

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