Tom Kristensen «Le Mans merita la settimana per sé»

Il 9 volte vincitore della gara raconta la storia e le emozioni vissute in carriera e dà suggerimenti. E’ancora nel team Audi
Tom Kristensen «Le Mans merita la settimana per sé»

Nessuno meglio di Mr Le Mans può raccontare il mito della 24 Ore. Perciò Eurosport ha fatto il colpo. Tom Kristensen, 9 volte vincitore, 18 consecutive al via, commenta in tv il weekend più affascinante dei motori. «Eurosport è un riferimento. Lo ritrovi ovunque se accendi la tv in hotel, per dire. Non commenterò, però. Nè mi sono preparato perché parlerò di specifiche curve, decisive, della storia, dei miei tempi, delle macchine guidate. Di ciò che ho vissuto. I piloti guardano sempre alla prossima curva, ora devo semplicemente guardare lo specchietto retrovisore della carriera. Poi Le Mans suggerisce sempre argomenti. I miei record? Lo sport è continua evoluzione, abbiamo piloti di talento. Mi batteranno e vorrei esserci per congratularmi»

Kristensen ci descriva il mondo dell’Endurance.

«E’ la competizione migliore e di più alto livello. Per quanto riguarda la velocità e lo sviluppo vale la F1, ma per i costruttori c’è più possibilità di ricerca in relazione alle macchine da strada. È il più alto livello anche per i piloti. Sei in un abitacolo a 45°, sottoposto a frenate da 4G e a 3,5 in curva, eserciti una forza di 90 kg sul freno, per 4 ore consecutive. Poca aria da respirare, tanta adrenalina. Due tonnellate di appoggio aerodinamico sulla testa. E c’è la parte mentale. E Le Mans è la leggenda».

Cos’ha imparato a Le Mans?

«Devi essere sempre allerta: aspettarti l’inaspettabile. Mi diceva Mario Andretti: “se ti sembra tutto sotto controllo significa che non sei abbastanza veloce e se non lo sei non sarai abbastanza rapido a reagire. Le Mans è incredibilmente esigente per fisico e mente A volte trovi pioggia in un settore e asciutto in tutto il resto del circuito».

E cosa serve per vincere, giacché si corre in tre?

«Per vincere devi essere un giocatore di squadra, onesto con i compagni, devi essere soprattutto veloce e consistente. Non devi necesariamente andare al massimo, per brevi momenti. Ma essere consistente sempre, rispettare la strategia, comunicare con meccanici, ingegneri. Se c’è un piccolo contatto tutti devono saperlo. I tre piloti lavorano per l’assetto, cercando la via più sicura. E’ tutto per evitare i minimi errori».

Il segreto di 30 anni al volante?

«Passione. E disciplina. Ora si comincia prima rispetto ai miei tempi. Tutto sta ringiovanendo per cui potrebbe essere più facile, oppure no. Io volevo lasciare al vertice, noi sappiamo quando».

Solo 9 LMP1 al via. Suggerimenti ai costruttori?

«Chi viene resta affascinato. Le Mans è il più alto livello delle competizioni motoristiche. E c’è il confronto tra tecnologie a stimolare. Comunque pure le LMP2 sono di altissimo livello: Nissan, Honda, le giaponesi. E in GTE ci sono Corvette, Ferrari, Ford, Aston Martin»

Il futuro delle corse?

«Vorrei che si ascoltassero più input dai piloti. Vorrei che fossero protagonista in gara, ma non per fare aggiustamenti con i pulsanti. In fase di preparazione servono più discussioni, in gara si dovrebbe soltanto competere».

La contemporaneità Le Mans- F1 a Baku?

«Un vero peccato. Le Mans è storia fantastica, leggenda. Tutti dovrebbero vederla e tutti i piloti dovrebbero poter correre. Per dire, oggi Hulkenberg non può. Le Mans meriterebbe una settimana libera da corse».

Chi vincerà?

«Ho una mia idea. I campioni uscenti sono favoriti sulla carta, dunque Porsche, ma Audi è pronta. E Toyota ha cambiato e può sorprendere»

Cos’è cambiato dai suoi inizi?

«La notte eravamo davvero al buio, luci solo in rettilineo d’arrivo. Ora il pubblico può riconoscere le macchine. E anche per i piloti è meglio. Poi le macchine pesavano di più, ora si cerca sempre il downsizing. E l’aerodinamica è più sofisticata, come l’elettronica».

Le sue vittorie più belle?

 «Ho scritto pure un libro. Ne ho sette: 12 ore di Sebring 1999, Le Mans 2013, Nuerburgring Super Touring 1999 con Honda, Le Mans 2008 ancora con Audi, Fia F3 Worldal Fuji, Le Mans 2001 con pioggia per 19 ore. Poi Brands Hatch 2006 dove non ho vinto, ma stavo dominando».

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