Seat Leon ST Cup, in gara nel Campionato TCS a Misano

Il Corriere dello Sport ha partecipato alla tappa romagnola del Campionato ACI Sport dedicato alle derivate di serie
Seat Leon ST Cup, in gara nel Campionato TCS a Misano

MISANO - «Sacrifica l’entrata per essere più veloce in uscita». Lo ripeto come un mantra nella mia testa, mentre cerco di visualizzare le curve più lente del Misano World Circuit Marco Simoncelli e allo stesso tempo di percorrerle nella mia mente seguendo il consiglio dell’ingegnere di pista. Lui sulla Seat Leon ST Cup non c’è mai salito e non ha mai messo le ruote su questi cordoli, ma padroneggia perfettamente uno strumento magico chiamato telemetria. Per chi non è avvezzo al motorsport, basti sapere che si tratta di un software in grado di scomporre e analizzare il comportamento di auto e pilota lungo ogni metro del tracciato. E la mia condotta ha bisogno di diverse modifiche. Ma andiamo con ordine.

TCS - Nel weekend della Festa della Repubblica sono arrivato in Romagna per partecipare a una gara del Campionato Turismo TCS, su un’auto che Seat Italia mette a disposizione dei giornalisti più corsaioli, quelli che se la sentono di raccontare che cosa vuol dire fare il pilota, mettendosi dall’altro lato del televisore. Benché questa Leon mantenga i 300 CV del modello di serie, le gomme slick, il differenziale autobloccante, i freni e l’assetto racing la rendono un’auto completamente diversa da guidare. Inoltre non bisogna farsi trarre in inganno dall’estetica di serie e dall’aspetto poco pistaiolo: si tratta di una vera vettura da corsa.

ESPERIENZA - Sebbene dia tanta confidenza può anche tradire senza troppo preavviso, come hanno scoperto un concorrente che ne ha cappottata una e un altro che l’ha distrutta sulle barriere. Proprio per questo mi sono avvicinato a questo weekend con tutta la cautela e la reverenza del caso, cercando di capire il più possibile e facendo le cose per gradi. L’obiettivo, sin dal venerdì, è stato quello di accumulare esperienza, considerando avrei avuto a disposizione solo una delle due sessioni di prove libere e di qualifica, visto che l’altra l’avrebbe usata il collega con cui condividevo la macchina.

CIRCUITO - Insomma, mi sarei presentato in gara con meno di 20 giri alle spalle, conoscendo a malapena il circuito e avendo guidato l’auto solo per qualche giro un paio di mesi prima. Così, nelle prime libere il mio distacco dal primo sfiora i 2,8 secondi e nelle qualifiche scende a 2,6 secondi, un distacco che corrisponde alla dodicesima posizione in griglia. Ma in gara sarà tutta un’altra cosa e conterà anche mantenere la concentrazione, visto che il format da 38 minuti più un giro e uno dei più impegnativi. In più c’è anche l’incognita della sosta (obbligatoria) per il cambio pilota (facoltativo), dove bisogna spegnere la macchina per 45 secondi ed è facile incartarsi.

PREPARAZIONE - Gara 2 scatta domenica alle 18:10 e alle 17 inizia la preparazione. Con i quasi 30 gradi che picchiano su Misano mi ricordo la storia dei piloti di Formula 1 che ogni gara perdono 3 chili per disidratazione. Provo a non pensare al caldo e rimango concentrato. La partenza lanciata è una fase delicata, dove è importante non toccarsi, non andare fuori pista e mantenere l’auto integra. La missione riesce e bastano un paio di giri per vedere finire fuori gioco i piloti più irruenti. Uno dei due causa l’ingresso della safety car. A circa metà gara rientro ai box per la sosta obbligatoria. Mi dicono che vado bene e cerco di rimanere concentrato, anche perché uscendo dalla pit lane mi trovo esattamente attaccato ad altre due auto.

GARA - Inizia una piccola bagarre e sperimento sulla mia pelle le botte di adrenalina che la pista è in grado di regalare. Ma dopo un paio di giri di lotta le posizioni si cristallizzano e dal muretto mi comunicano che sono settimo. Manca circa un quarto di gara e ora più che mai è importante non fare errori. Le gomme iniziano a consumarsi ma la Leon scivola poco e soprattutto resta sincera. Ti dice tutto quello che fa, un po’ come i commissari di gara che invece fanno quello che dicono e così a fine gara mi ritrovo 5 secondi di penalizzazione per aver tagliato troppo i cordoli. Addio settimo posto e retrocessione d’ufficio all’ undicesimo. Ma va bene lo stesso, perché ho fatto del mio meglio portando anche la macchina in fondo e il mio miglior tempo è sceso a solo 1,7 secondi da quello del primo. Tutto bene, dunque, l’unico guaio è che si rischia di prenderci gusto.

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