Dakar 2016: moto e sabbia... che fascino!

Il 2 gennaio scatterà da Buenos Aires la gara “rally raid” più famosa del mondo. Ecco i favoriti della vigilia, le moto e gli italiani al via
Dakar 2016: moto e sabbia... che fascino!

La “carovana” della Dakar 2016 è arrivata a Buenos Aires. Un gruppo di oltre 2000 persone tra addetti ai lavori, piloti e giornalisti che, dal 2 gennaio, partirà dalla Città della Scienza di Tecnopolis (a nord della Capitale argentina) per affrontare in quindici tappe ben 9.300 km tra Argentina e Bolivia.

153 ISCRITTI MA NIENTE CILE - Quest’anno mancherà il Cile: l’organizzazione, preoccupata per le probabili precipitazioni portate da El Nino, ha preferito rinunciare a quel tratto di America Latina, concentrandosi sui due restanti Paesi.
I 153 iscritti alle categorie moto troveranno subito una temperatura “proibitiva” (quasi 40 gradi previsti al via), che li accompagnerà fino all’arrivo previsto il 16 gennaio a Rosario, città natale di personaggi come Leo Messi e Ernesto “Che” Guevara, che fu motociclista doc.

KTM SENZA COMA MA… CHE NOMI! - Favorita d’obbligo è la KTM. E’ vero che ha perso sia Despres (passato alle auto) sia Coma (ritiratosi lo scorso anno, dal 2016 farà parte dell’organizzazione) ma è vero anche che alla guida delle 450 Rally Replica supportate dalla Red Bull ci sarà uno squadrone formato dal secondo classificato del 2014, lo spagnolo Jordi Villadoms, dal terzo classificato del 2015, l’australiano Toby Price, dal fresco campione del mondo Rally-Raid ovvero l’austriaco Matthias Jordi Villadoms (secondo nel 2014) e dalla donna più veloce della Dakar, Laia Sanz, nona lo scorso anno.

DOMINIO ASSOLUTO - Vero anche che la KTM vince ininterrottamente la Dakar dall’edizione 2001: quell’anno arrivò il primo dei due trionfi dello sfortunato Fabrizio Meoni mentre nel 2005 iniziarono i dieci anni di “duopolio” Despres-Coma: per loro cinque vittorie a testa. Meglio, nella storia della Dakar, ha fatto solo il leggendario Stephane Peterhansel (a quota 6, a cui si aggiungono anche 5 trionfi con le quattro ruote… irraggiungibile). 
Quattordici vittorie in quindici anni per KTM (nel 2008 la gara non prese il via) dopo che nelle edizioni precedenti si erano alternate sul primo gradino del podio BMW, Yamaha, Cagiva e Honda.

HONDA IN GRANDE STILE - Proprio la Casa giapponese, dopo 23 anni di digiuno da vittorie, si presenterà in forze alla Dakar per provare a spodestare il dominio austriaco e per tornare dominatrice di una gara che negli anni Ottanta l’ha vista invincibile con Orioli, Neveu e Lalay.  
Saranno 25 gli uomini HRC pronti ad assistere i tre piloti “top” del team interno. I nomi fanno paura: Paul Goncalves (campione del mondo Cross-Country nel 2013 e secondo nella Dakar 2015) sarà la punta di diamante con Joan Barreda. A fare da scudiero ai due, ci sarà il “nostro” Paolo Ceci. L’azzurro, che ha finito quattro volte (su quattro partecipazioni) la Dakar nella Top 20, è stato chiamato a settembre dalla HRC per aiutare i due top rider, rispondendo presente. Al suo primo anno da professionista, conta di chiudere tra i primi quindici.
Honda sarà al via con la CRF540 Rally ma la partecipazione servirà anche per spingere il ritorno sul mercato della rinnovata Africa Twin, moto che rappresenta in pieno lo “spirito” dakariano. 

YAMAHA, SOGNO ITALIANO - Altra Casa che punta molto sull’edizione 2016 della gara sudamericana è la Yamaha: con le WR450 del Team Yamalube saranno al via il forte Helder Rodrigues (finito nella Top 5 nelle ultime 5 edizioni) e l’azzurro Alessandro Botturi, fresco vincitore del Merzouga Rally. Ex-giocatore di rugby, dopo essere passato con successo alle moto (numerose affermazioni nell’enduro italiano, europeo e mondiale) il “Bottu”, è passato ai rally e nel 2012 ha chiuso ottavo la sua prima Dakar. Negli due edizioni successive, affrontate con Husqvarna, è stato costretto ritiro per problemi al motore a alla frizione mentre l’anno scorso, alla prima apparizione sulla Yamaha (che aveva perso Despres) si è dovuto arrendere ancora una volta al motore. Quest’anno, però, Botturi si è preparato al meglio e sulla Dakar punta forte: vuole migliorare l’ottavo posto del 2012. 

LE ALTRE CASE - Alla partenza di Buenos Aires saranno rappresentate anche la Husqvarna con le 450 Rally guidate dal cileno Quintanilla e dal portoghese Faria, la Sherco TVS con le RTR 450 dello spagnolo Pedrero e del francese Duclos, la Kawasaki KX450F del cileno Cabrera e di Gonzalez ma anche la Suzuki con la RMZ 450 Rally del cileno Perez, la Gas Gas 450 Rally dell’argentino Rojo, la BMW con la G450X dello spagnolo Dominguez e la Beta con la RR450 dell’argentino Ontiveros. 

QUANTI AZZURRI! - Gli altri italiani? Jacopo Cerutti, 26enne endurista comasco passato quest’anno ai Rally Raid con ottimi risultati (sesto in Sardegna, dove si è guadagnato di diritto il pass per la Dakar, e decimo in Marocco) correrà con la KTM del team olandese HT Rally Raid e avrà come compagno di squadra il bergamasco Simone Agazzi. Concittadino del leggendario Giovanni Sala, correrà seguito da Angelo Signorelli: uno che la Dakar la correva (e bene) ai tempi di Peterhansel e Neveu. 
Il 27enne Manuel Lucchese, ha trovato gli sponsor necessari per partecipare e tornerà dopo tre anni da ultima apparizione con la TM: sarà al via alla guida della Yamaha (supportata dalla filiale italiana) del Team Rebel X Sports e sogna di vincere la malle-moto class. 
Su Yamaha salirà anche Federico Ghitti: professore di storia al liceo “Guido Carli” di Brescia, nel 2009 fu l’unico italiano a chiudere la Dakar in moto. Nel 2012 non riuscì a finirla e adesso torna per riprovarci con un finale diverso. Proverà a chiuderla per la prima volta, invece, Francesco Catanese (Yamaha – Team Pedrega), alla terza apparizione.
Al via ci saranno anche Alessandro Barbero (Husqvarna), Diocleziano Toya (KTM) e Livio Metelli (KTM – Team PKL): quest’ultimo è il preparatore fisico di… Botturi.

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