Filippo La Mantia, il cuoco che sussurra alle auto

Il celebre oste (come ama definirsi) palermitano ha aperto ad AM le porte del suo nuovo locale milanese, tra bici su misura e Jaguar nuove di zecca.
Filippo La Mantia, Jaguar, bici e cuscus

Si definisce oste&cuoco che oltre a cucinare bene deve saper intrattenere i suoi clienti. Il suo non è un ristorante ma un locale dove chi entra deve trovarsi a proprio agio, uno spazio dove ha raccolto tutte le sue passioni, moto, macchine, oggetti di design, foto e libri soprattutto sulla sua Sicilia. In passato ha fatto il fotoreporter e ha iniziato a cucinare per caso seguendo una passione. Filippo La Mantia, testimonial Jaguar, è uno degli chef, pardon cuochi, di tendenza anche in seguito al programma TV The Chef condotto con Davide Oldani.

Dalla Sicilia a Milano passando per Roma, una scelta?
«Non è stata una scelta vera e propria. Forse si è trattato di una evoluzione del mio lavoro o solamente di una sfida a me stesso. Milano è una città cosmopolita, moderna, attuale e veloce. Milano, per me, è la capitale del food in Italia. Vi sono presenti tutti i grandi chef, grandi ristoranti, grandi alberghi e quindi esiste da sempre una grande offerta. Ma forse è per questo che l’ho scelta. Amo le grandi sfide, le sfide impossibili e amo rimettermi in discussione e iniziare di nuovo da capo. Roma per me è stata la crescita, la consapevolezza. Devo tutto al lavoro che ho fatto nella capitale. Ho incontrato tutto e tutti. Ho lavorato tantissimo e con un bagaglio simile posso realizzare, penso, quello che voglio. Oggi mi relaziono con una realtà diversa, ma forse sono cambiato anch’io». 


Come è iniziata la sua passione per la cucina? 
«La mia passione o meglio le mie passioni sono iniziate tutte per caso. All’inizio provo a farmi piacere qualcosa, se poi vedo che funziona e che alla gente inizia a piacere non mi ferma più nessuno. Sono sempre stato un combattente e se credo in qualcosa la porto avanti a prescindere da tutto. Sono orgoglioso di autodefinirmi oste&cuoco. È una figura che racchiude in pieno la mia filosofia intorno all’ospitalità al servizio e soprattutto al cliente».

E poi la grande passione per le auto: «Jaguar ha creato prodotti a cui in tanti possono accedere. Il mio privilegio è quello che posso cambiare autovetture durante l’anno. Amo guidare la macchina. Ho rispetto, e tanto, per un qualcosa che reputo forse “vivo”. La macchina la devi capire, la devi conquistare, piano, piano. Devi parlarle e sussurrarle parole. Non sto farneticando, è così. L’ho sempre fatto anche con le moto. Se devi trovare comfort e sicurezza, bisogna interagire con la “macchina” e considerarla una parte di te stesso. È facile smanettare, portare il motore fuori giri, sgommare o fare altre cose che non servono a nulla. È una questione di delicatezza e di rispetto nei confronti di un progetto. Molte volte mi ritrovo in autostrada, nel silenzio dell’abitacolo, con una buona musica che passa attraverso un impianto di alta fedeltà straordinario. E li mi ritrovo ad accarezzare il volante e a capire un motore che sprigiona centinaia di cavalli. Appunto, vanno domati!!!».

L'intervista completa realizzata dal direttore Andrea Brambilla sul numero di gennaio di AM, in edicola ogni primo sabato del mese in allegato a Tuttosport (a soli 50 centesimi in più) o a solo 1 euro dal giorno successivo. 

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