Loeb: «Citroen C-Elyseé? Bella e veloce»

Loeb: «Citroen C-Elyseé? Bella e veloce»

Il nuovo mondo del “cannibale” a quattro ruote è molto simile al vecchio. Apparentemente. Perché per quanto ci si possa sforzare di trovare similitudini tra macchine da corsa, l’universo che romba vive di specificità assolute. E il Sebastian Loeb nove volte campione del Mondo nei rally (75 vittorie, 112 podi, 875 prove speciali conquistate) resta un talento assoluto ma deve fare i conti con il nuovo mondo, quello del WTCC, il World Tour Car Championship. Al week end d’esordio, nel deserto pieno di verde di Marrakesh, a bordo dei bolidi derivati da macchine di serie però potenziate fino a 380 cv - un po’ come se Valentino Rossi passasse dalla MotoGP alla SBK - il fenomeno alsaziano deve dar fondo a capacità e passione per confrontarsi con rivali più esperti di lui in materia. E’ vero, conta sulla forza d’urto della Citroen, la Casa con cui - esempio di rara fedeltà sportiva - corre da 11 anni e della potente C-Elysee a disposizione. Ma rimettersi in discussione non è facile per nessuno, neanche per i cannibali. 

   

Partiamo dall'inizio. Prime qualifiche in pista dopo anni di terra, fango, ghiaccio - insomma il rally e il suo regno dell’imprevedibile - e arriva subito una seconda piazza. Sebastian Loeb, com'è stato l'impatto con il Mondiale WTCC?

«Sono contento, è andato tutto bene, al di là della posizione subito dietro Lopez migliorata grazie alla penalizzazione inflitta a Muller. Ci abbiamo lavorato tanto per nove mesi, abbiamo fatto chilometri su chilometri (oltre diecimila su strada! ndr) e direi che i sacrifici hanno pagato».   

   

Prima di partire, pensava alla vittoria come un miraggio o una opportunità concreta?

«La vittoria dipende sempre da tanti fattori. E' importante partire bene e non essere coinvolto nel traffico, nella bagarre alla quale non sono certo abituato nonostante l’anno scorso abbia fatto un’annata di conoscenza nel campionato GT. Intorno a me c'era tanta gente con molta più esperienza di me e ho dovuto fare attenzione. Ma non è un timore, piuttosto uno stimolo ad imparare. E io ho fretta di imparare».

Sembrava a suio agio anche nel traffico travestito da bagarre.

«Non è facile, ma nella carambola del primo giro di gara 2 mi è andata bene nel non essere coinvolto nell'incidente di Coronel, poi sono riuscito a portarmi in testa piuttosto agevolmente, ma sempre con sorpassi puliti, senza cercare inutili rischi».

   

Ma il nuovo mondo, il WTCC, la nuova macchina sono così difficili da comprendere?

«Di facile qui non c’è a, anche per chi come me viene da una lunga carriera di trionfi nei rally. E’ diversa la macchina, bella, veloce ma ci devo ancora prendere confidenza».

   

Cosa cambia di davvero importante nella guida di un bolide da rally con uno di questi del WTCC?

«Sinteticamente, tutto. Cambia il punto di frenata e con esso il modo, l’angolo di entrata ed uscita dalla curva, sto imparando a gestire i cordoli che prima non trovavo mai sulla mia strada. Le gare mi hanno regalato l’esperienza che mi mancava del tutto nel corpo a corpo. Cambia anche un'altra cosa: nei rally ero molto più giovane!".». 

   

Sente nostalgia dei rally dopo aver vinto nove mondiali di fila ed essere entrato a pieno titolo nella storia di quello sport?

«No, affatto. Sono contento della scelta decisa due anni fa e la rifarei senza problemi. Dai rally ho avuto e dato tutto, fare di più o meglio era quasi impossibile. Era il momento giusto per lasciare e poi non sono mica sparito, sono rimasto nelle corse e vedrete proverò a lasciare un ricordo anche da queste parti...».

   

Preoccupato della concorrenza interna in casa Citroen? Muller e Lopez hanno dimostrato anche in queste prime due gare di non essere clienti così facili.

«E’ bello avere una squadra e compagni così forti. E’ uno stimolo in più a fare bene, ad imparare in fretta per cercare di competere con loro. Ordini di scuderia? Non ne abbiamo avuti e penso non ne avremo. Useremo l’intelligenza per il bene della Citroen».

In gara1 sembrava non volessi attaccare il tuo compagno di squadre Lopez.

«Sapevamo che su questa pista molto veloce e con frenate molto violente poteva esserci un problema verso la fine della gara, per cui abbiamo preferito evitare dei guai al debutto del marchio nel mondiale WTCC…».

Il suo storico navigatore ne rally, Daniel Elena, le consiglia di stare tranquillo in questa sua prima stagione nel Mondiale WTCC per poi scatenarsi in quella successiva, è d’accordo con lui?

«Non dice cose sbagliate, ma le corse non si possono pianificare a tavolino. A me interessa essere subito competitivo, fare punti per il Mondiale e tanta esperienza. E a Daniel dò un consiglio: deve dimagrire anche se non fa più i rally con me...». 

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