Lancia chiude in Europa, la Ypsilon rimane disponibile solo in Italia

Come ampiamente annunciato, Lancia chiude i battenti in Europa e la Ypsilon rimane venduta solo in Italia.
Lancia chiude in Europa, la Ypsilon rimane disponibile solo in Italia

TORINO - “Grazie per esserti interessato alla Lancia. Sei un proprietario? Qui puoi trovare tutte le informazioni sui servizi di assistenza”. Se vivete in Francia, in Germania, in Spagna o in Svizzera o in qualsiasi altro paese europeo dove la Lancia Ypsilon è ancora in vendita, questa è la frase che leggerete (ovviamente tradotta) sul sito del marchio torinese. Dei modelli nuovi, cioè della Ypsilon, non c’è più traccia e l’unico pulsante che si può cliccare rimanda al sito Mopar dedicato all’assistenza e ai servizi post-vendita.

STOCK - In altre parole vuol dire che la Lancia Ypsilon non è più disponibile fuori dai confini nazionali. Una volta esauriti gli stock nei piazzali rimarranno solo degli autosaloni vuoti. Vero è che le esequie del marchio Lancia sono state annunciate e confermate da tempo da Sergio Marchionne in persona, ma come si dice in questi casi, non si è mai pronti a gestire la morte. È vero per le persone e in certi casi è vero anche per i marchi automobilistici, soprattutto quando questi hanno una storia gloriosa e schiere di appassionati a celebrare il loro ricordo.

MEMORIA - Ma la memoria non basta e la Lancia è prossima ad aggiungersi alla lunga lista dei brand nobili scomparsi dall’universo automotive: da Autobianchi a Innocenti, passando per Saab, Rover, Oldsmobile, Plymouth, Triumph e tanti altri. A recriminare si fa sempre in tempo, ma immaginare un futuro commerciale per il marchio Lancia afferisce al settore della fantascienza e le radici di questo fallimento vanno cercate alla fine degli anni Ottanta. Nel 1989 e nel 1990 la Lancia visse le sue due annate migliori dal punto di vista delle vendite: il mix di quattro modelli come la Y10, la Delta, la Dedra e la Thema portò a immatricolare rispettivamente 298.211 e 313.165 automobili, di cui la grandissima parte in Italia.

RALLY - E proprio il respiro meramente nazionale del marchio è uno dei punti di debolezza principale, insieme alla mancanza di una rete europea di assistenza e vendita all’altezza e di prodotti che attendessero alle alte aspettativa generate da una immensa fama sportiva. Perché se è vero che Lancia e rally sono quasi sinonimi e se è vero che i 6 campionati costruttori vinti hanno allungato la vita commerciale della Delta fino a 15 anni, è anche vero che l’affidabilità non è mai stata un punto forte delle auto torinesi (e di tutto il Gruppo Fiat di quegli anni). Purtroppo, poi, negli anni Novanta il marchio Lancia ha subito un tracollo, con una gamma prodotti non all’altezza, come la K e la Delta di seconda generazione.

CONCORRENTI - E tutto questo avveniva mentre un concorrente diretto come poteva essere Audi faceva il percorso inverso, investendo moltissimo sul prodotto e sulla qualità. Se si guarda al 1990, in quell’anno il marchio dei quattro anelli vendeva solo 100.000 auto più della Lancia, un divario tutto sommato colmabile. Oggi lo score parla di due milioni a (quasi zero) e un’operazione di rilancio è praticamente impossibile. Il Gruppo FCA ha deciso di puntare ingenti risorse (oltre un miliardo di investimento finora) sull’Alfa Romeo, anch’essa commercialmente quasi ridotta al lumicino, ma dotata di un appeal globale che rende ancora possibile l’operazione resurrezione, sebbene lunga e complessa. 

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