FCA contro l'ecotassa. Gorlier: "Se approvata rivedremo piano industriale"

Dura presa di posizione del n.1 dell'EMEA che in una lettera al Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte ha spiegato la posizione del Gruppo: "Abbiamo partecipato alla riunione del Mise con tutti gli operatori, ma non abbiamo ancora chiaro il quadro normativo dei prossimi anni"
FCA contro l'ecotassa. Gorlier: "Se approvata rivedremo piano industriale"

FCA si schiera. Contro l’ecotassa sull’acquisto delle nuove vetture nel triennio 2019-2021. Era attesa la posizione del costruttore nazionale, sull’emendamento presentato la scorsa settimana dai due sottosegretari del Governo, Crippa e Dell’Orco, e dopo l’incontro di martedì sera, il tavolo “allargato” voluto dal vice premier Di Maio (che aveva anche esultato, annunciando l’entusiastica adesione dei partecipanti all’ecobonus… ndr) e alla fine la posizione del Lingotto è arrivata. Piuttosto, una reazione molto netta che raramente si era vista da parte degli uomini del Lingotto nei confronti dello Stato.

I vertici di FCA, appena rientrati a Torino hanno infatti scritto una bella “letterina” a Nino Boeti, Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, al quale annunciavano la loro mancata partecipazione ad un incontro - già fissato per oggi - a margine della presentazione del progetto To-Housing a Torino e nel quale FCA avrebbe dovuto spiegare il piano industriale per gli stabilimenti italiani presentato la scorsa settimana. “Fca ha partecipato al tavolo sul settore convocato presso il Mise  - ha scritto Pietro Gorlier, n.1 per Europa e Africa di FCA - dove, insieme alla maggior parte degli operatori del settore, ha evidenziato il significativo impatto sul mercato delle misure proposte. Al momento non abbiamo ancora visibilità su quale sarà lo scenario normativo nei prossimi anni”

Una situazione di incertezza e di totale mancanza di chiarezza che mette a rischio tutti gli investimenti appena annunciarti dal Gruppo. "Negli ultimi giorni . continua Gorlier nella lettera a Boeti - lo scenario è stato significativamente modificato da interventi sul mercato dell'auto in discussione all'interno della legge di Bilancio, che a nostro avviso alterano l'intero quadro d'azione all'interno del quale il piano per l'Italia era stato delineato. Il nostro piano industriale è basato sulle più aggiornate previsioni di mercato e sull'attuale impianto normativo e regolatorio del settore”. Parliamo di investimenti pari a 5 miliardi di euro per il lancio di 13 nuovi modelli o restyling di modelli esistenti tra il 2019-2021, nonché di nuove motorizzazioni con impiego diffuso di tecnologia ibrida ed elettrica!  

Investimenti che riguardavano pesantemente il territorio piemontese con "la produzione della futura Fiat 500 Elettrica e il rinnovamento dei modelli Maserati Levante, Quattroporte e Ghibli a Mirafiori". Un piano, osserva ancora Gorlier, che "riteniamo garantirà progressivamente il raggiungimento della piena occupazione. Ma questo sistema di bonus-malus inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore estremamente delicata, modificando le assunzioni alla base del nostro piano industriale. Se tale intervento fosse confermato fin dal 2019, si renderà necessario un esame approfondito dell'impatto della manovra e un relativo aggiornamento del piano".

Parole dure e forse inevitabili, partendo dalla considerazione primaria che FCA non poteva non difendere la sua “prima punta” sul mercato, la Fiat Panda, che nel caso venisse approvato l’emendamento in questione, sarebbe tassata già dalla sua versione base di 300 euro…

Dura anche la reazione del Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino: “Ciò che davvero inquieta è lo scenario indicato nella lettera di Fca, uno scenario di incertezza per l'intero settore dell'auto che riguarda in ultima istanza i consumatori. Inquieta questa non certezza delle politiche del governo in un settore strategico per il Piemonte e per l'Italia Una situazione che potrebbe costringere FCA a rivedere gli impegni presentati ai sindacati, che non risolvevano i problemi ma indicavano una strada positiva. Così, all'incertezza sulla Tav, si aggiunge l'incertezza nel settore automotive…”.

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