FCA-PSA, la fusione conviene

Una possibile allenza porterebbe alla creazione di un colosso globale: il gruppo francese PSA, che comprende anche i marchi Citroen, Ds, Opel e Vauxall, oltre a Peugeot, potrebbe aprire al nuovo scenario del mercato automobilistico
FCA-PSA, la fusione conviene

La famiglia Peugeot è pronta a sostenere PSA in eventuali operazioni di acquisizione che potrebbero coinvolgere anche FCA. A rilanciare i rumors su una possibile alleanza, dopo quelli circolati al Salone dell'Auto di Ginevra 2019, è Robert Peugeot: intervistato da "Les Echos", l'amministratore delegato della holding di famiglia si dice pronto a sostenere PSA - il gruppo francese che comprende anche i marchi Citroen, Ds, Opel e Vauxall, oltre a Peugeot - e il suo numero uno, Carlos Tavares, in possibili operazioni di fusione o acquisizione. Anche con il gruppo Fiat-Chrysler, che sulle voci vola in Borsa.

Nonostante gli analisti di Equita non si aspettino un accordo a breve termine, a Piazza Affari il titolo ha chiuso le contrattazioni a 13,38 euro (+5,01%), dopo aver toccato un massimo di 13,45 euro (+5,54%). "Sin dall'inizio abbiamo appoggiato il progetto Opel. Se si presentasse un'altra occasione, certo non saremo noi a frenare", sono le parole che tarpelano da Peugeot. Nel mirino potrebbero esserci anche Jaguar, Land Rover e General Motors, ma è soprattutto un legame con FCA che - osservano esperti citati dal giornale - consentirebbe al gruppo transalpino di accelerare sul ritorno in America, obiettivo strategico dei prossimi anni per il marchio del Leone.

Al suo fianco potrebbe schierarsi niente meno che lo Stato francese, favorevole alla creazione di un altro "campione globale", sostiene Societé Generale, secondo cui Tavares è interessato in particolare al posizionamento di FCA nell'area Nafta. Ecco perché potrebbe esserci "un allineamento degli astri", anche se finora, precisa Peugeot, nel suo ufficio non è arrivato "nulla". Insieme le due case automobilistiche, che hanno già una joint venture per i furgoni rinnovata di recente fino al 2023, darebbero vita ad un gruppo da quasi 9 milioni di auto l'anno, piazzandosi così tra i costruttori al quarto posto mondiale - dopo Volkswagen, Toyota e Renault-Nissan-Mitsubishi - con uno scambio reciproco di tecnologie che gioverebbe a entrambi.

Il gruppo transalpino, per esempio, potrebbe acquisire il know-how di Jeep sulla trazione integrale; al tempo stesso FCA potrebbe trarre ispirazione per la nuova 500 elettrica dai nuovi modelli dell'azienda francese, come la nuova e-208 da poco svelata in anteprima mondiale. Suggestioni, al momento, che potrebbero trasformarsi in realtà in tempi non troppo lontani, riaprendo il risiko delle case automobilistiche.

"Il futuro di Fca è indipendente, ma siamo aperti a valutare opportunità se ci danno la possibilità di crescere", ha dichiarato al Salone di Ginevra l'a.d. del gruppo, Mike Manley. "Parliamo con loro sempre, su molte cose", ha aggiunto a proposito del rapporto con Peugeot. Sulla stessa lunghezza d'onda Tavares, convinto che "se si guadagnano soldi, si può rimanere padroni del proprio destino. E si può sognare qualsiasi cosa".

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