Nel segno del Cavallino, da Baracca al Drake

Nel 1923 la madre dell'aviatore Francesco Baracca donò a un giovane Enzo Ferrari il portafortuna del figlio: un cavallino rampante nero. Oggi una mostra celebra l'aviatore e il Cavallino Rampante divenuto leggenda.
Nel segno del Cavallino, da Baracca al Drake

ROMA - Forse non tutti sanno che il Cavallino Rampante, oggi uno dei brand più ambiti, "taroccati" e osannati al mondo, ha origini belliche. E che fu donato a Enzo Ferrari dalla madre di un aviatore. Siamo alla vigilia del primo conflitto mondiale, quindi oltre un secolo fa e sullo stendardo del reggimento Piemonte Reale spicca un cavallo rampante grigio su sfondo rosso.

CAVALLERIA DEI CIELI - Presta servizio nel reparto un giovane ufficiale, Francesco Baracca, che prima della guerra lascia la cavalleria per abbracciare la futuristica e pressoché sconosciuta aeronautica. Come nostalgico amuleto fa dipingere sulla carlinga dei suoi caccia un cavallino rampante nero, che l’accompagna in tutte le missioni: Baracca diventa il più grande asso della aviazione italiana e quando viene abbattuto verso la fine del conflitto è profondo cordoglio in tutta la nazione. I genitori del pilota tengono viva la sua leggenda e nel ’23 incontrano un altro giovane pilota, che però corre sulle quattro ruote. Si chiama Enzo Ferrari e guida un’Alfa Romeo al circuito del Savio. La contessa Paolina lo avvicina: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna». E il resto è storia.

OMAGGIO AL CAVALLINO - «Conservo ancora la fotografia di Baracca, con la dedica dei genitori con cui mi affidano l’emblema - scrive Enzo Ferrari il 3 luglio 1985 allo storico lughese Giovanni Manzoni - Il cavallino era ed è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il colore di Modena». Oggi Roma e l’Aeronautica omaggiano Baracca e Ferrari con la mostra "Nel segno del Cavallino Rampante. Francesco Baracca tra mito e storia", organizzata dall'Aeronautica Militare, dalla Provincia Autonoma di Trento e dal Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni di Trento e dal Museo Francesco Baracca di Lugo nell'ambito delle commemorazioni del Centenario della Grande Guerra. Si inaugura oggi, 7 aprile, anniversario della prima vittoria della Caccia italiana, ma alla mostra non si trovano solo trofei guerreschi: lungo il percorso espositivo trovano spazio anche cimeli Ferrari, tra cui una monoposto di Formula 1 a simboleggiare la continuità tra passato e presente di un simbolo divenuto leggenda.

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