Sochi, Pellegrino per l'oro: una vita fra Juve e rock

L'azzurro cercherà una medaglia olimpica nel fondo: «Ho studiato ogni centimetro percorso e mi tocca prendere una pausa dalla mia squadra del cuore»
SOCHI - Dalla Juve si è preso una pausa, a Sochi si celebrano i suoi primi Giochi e il calcio adesso può aspettare: già domani, all'esordio olimpico, c'è un podio da inseguire nello sprint a tecnica libera. Per Federico Pellegrino la prima Olimpiade non è da comparsa. Il fondo made in Italy, ormai azienda in liquidazione e lontana dai tempi delle medaglie a raffica, sta cercando il campione a cui potersi aggrappare e Chicco Pelle, il nickname con cui il 23enne di Aosta si fa chiamare, sembra il giovane della provvidenza.

Due secondi posti a Oberhof e Nove Mesto lo hanno spinto tra i big della coppa del mondo dello sprint, specialità che lo vedrà al via anche sulle piste del Laura Center. Con la benedizione, scaramanzia permettendo, anche del prestigioso Sport Illustrated che alla vigilia olimpica gli ha già assegnato un argento. "Mi sono isolato e non ho pensato a a eccetto il percorso, l'ho studiato al centimetro - racconta l'azzurro - Sto bene e in testa ho solo a come far girare al massimo le gambe".

A parte due giorni senza uso della doccia (anche nell'isola felice del mountain village qualche problemino c'è stato), questo primo viaggio olimpico ha un pò il sapore della fiaba: il fondista ci arriva, a parte i risultati esaltanti, in coppia. Legato da un annetto a Greta Laurent (anche per lei esordio domani nello sprint) Pellegrino racconta i suoi primi Giochi: "È un'esperienza indimenticabile, a cominciare dalla sfilata, farla a fianco della mia fidanzata è stato bellissimo: non potevo chiedere niente di più". La fotografia di quella sera non la dimentica: "Quando è stata consegnata la bandiera a Zoeggeler - dice il fondista - da tutti noi azzurri è partito un applauso spontaneo: lui è un icona dello sport, e abbiamo visto cosa è riuscito a fare anche qui". Diviso tra la musica ("la ascolto e la canto tutta anche nella banda del mio paese La Lyretta di Nus" dove è stato ingaggiato come percussionista) e le montagne, con puntate frequenti allo Juventus Stadium per seguire i bianconeri di Antonio Conte (ma a calcio Pellegrino ha anche giocato), ha vissuto per osmosi la passione per il fondo trasmessa dal papà, spettatore entusiasta del trionfo azzurro a Lillehammer. Da allora, quando di anni ne aveva solo 4, ha cominciato a indossare gli sci come le scarpe. Ed eccolo alle Olimpiadi con la responsabilità di tenere a galla un'Italia malconcia. I vecchi della disciplina, primo fra tutti Giorgio Di Centa, lo hanno accolto benissimo. E ora che in tanti si aspettano il risultato da lui, prova a tenere a bada la pressione: "So che molti sperano. Ma sarà una gara completamente diversa da quelle fatte finora - mette le mani avanti l'azzurro - non vincerà uno sprinter, ma un fondista puro". In testa al totonomi per l'oro lo svizzero Cologna. "Conterà il recupero tra una manche e l'altra, sarà una gara faticosa, il percorso è di 1,8 km e il tempo di ogni manche si aggira sui 3'30", per cui sarà uno sprint aperto anche a coloro che vanno forte sulla distanza. Per i suoi primi Giochi nessuna distrazione, il fondo per non sprofondare tifa solo Pellegrino.

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