Sochi, adesso arrivano Oliviero e Pancaldi

Non esiste un programma televisivo italiano che abbia segnato una generazione più di «Giochi senza frontiere». Gli Stanlio e Ollio di quella piccola Olimpiade che andava in onda ogni settimana e che si concludeva col Master finale. La sua epoca finì all’inizio degli anni ‘90: e i tentativi di riproporre quel fascino giocoso (vedi “Total wipeout”) sono scivolati in fretta nel dimenticatoio. Ma lo spirito di «GSF» è fortissimo ancora oggi, tanto da far pensare che l’Olimpiade moderna non faccia altro che riproporre certi schemi e certe atmosfere che di quel programma erano il sale
SOCHI - Non esiste un programma televisivo italiano che abbia segnato una generazione più di «Giochi senza frontiere». La sigla, ad esempio: che se ti dicono oggi che è l’inno del Cio ci credi senza problemi. Le sette gare, i materassi saponati, la classifica che si aggiorna, il jolly, il fil rouge. E soprattutto loro: Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi. Gli Stanlio e Ollio di quella piccola Olimpiade che andava in onda ogni settimana e che si concludeva col Master finale. La sua epoca finì all’inizio degli anni ‘90: e i tentativi di riproporre quel fascino giocoso (vedi “Total wipeout”) sono scivolati in fretta nel dimenticatoio. Ma lo spirito di «GSF» è fortissimo ancora oggi, tanto da far pensare che l’Olimpiade moderna non faccia altro che riproporre certi schemi e certe atmosfere che di quel programma erano il sale.

Prendete lo short track, ad esempio: certo è sport nobile e molto in linea con il mood dei tempi. Ma è pur sempre composto da quattro atleti che pattinano intorno e dopo un certo numero di giri, devono arrivare l’uno prima dell’altro. A «Giochi» avrebbero assegnato un punteggio; a Sochi due superano le batteria e gli altri due sono esclusi. E la staffetta di slittino? Vogliamo parlare di quel padellone cui gli atleti devono appioppare una manata all’arrivo per far scattare chi è in partenza? Puro Giochi senza Frontiere con tanto di rumore acconcio. Forse chi pensò che quel programma era easurito sbagliò tutto: si stava solo fondendo nei Giochi più grandi, per fertilizzarli. Aspettiamo dunque speranzosi che da un momento all’altro in Russia compaiano Olivieri& Pancaldi: trois, deux, un: fiiiiiiiiiit.


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