Pellegrino: «Voglio battere Klaebo in staffetta»

Il campione aostano non si accontenta dell'argento vinto nella sprint e fissa nuovi obiettivi: «Ho raggiunto il mio obiettivo: nella gara a coppie partirò tranquillo e ci riproverò»
Pellegrino: «Voglio battere Klaebo in staffetta»© AFPS

PYEONGCHANG - Non si accontenta mai, Federico Pellegrino: neanche il tempo di mettere in bacheca la prima medaglia olimpica della sua carriera, la terza del medagliere dell'Italia a PyeongChang, che il campione aostano sta già pensando a come fare per provare a scalare quell'ultimo gradino che lo separa dal sogno di ogni atleta.
KLAEBO NEL MIRINO - Come il giovane campione norvegese Johannes Hosflot Klaebo, che nella sprint a tecnica classica di PyeongChang lo ha "costretto" ad accontentarsi dell'argento: «Klaebo non era impossibile da battere - dice infatti il campione aostano - ma oggi ha dimostrato di essere troppo giovane e troppo forte per me nella tecnica classica».
VERSO LA RIVINCITA - Un attestato di stima per il suo più grande rivale, non certo una dichiarazione di resa. Anzi, Pellegrino vuole subito la rivincita: «Il mio obiettivo l'ho già raggiunto - continua Pellegrino - quindi nelle prossime gare non avrò nulla da perdere. Così nella sprint a coppie, tra una settimana (mercoledì 21 febbraio, ndr), partirò tranquillo e riproverò a batterlo». E poi c'è sempre la staffetta tradizionale, la 4x10, alla quale Pellegrino tiene parecchio: «Mi impegnerò per aiutare i miei compagni nella 4x10: mi farebbe tanto piacere regalare soddisfazioni anche ai miei compagni di nazionale».
L'UNICO CRUCCIO - In una giornata perfetta, Pellegrino si lascia spazio per un unico vero cruccio: «L'unico piccolo rammarico che ho è quello di aver speso troppo nelle batterie precedenti la finale - spiega il campione del mondo 2017 - forse perché non ho creduto fino in fondo in me stesso. Avrei potuto risparmiare un po' di energie nelle batterie precedenti alla finale. C'è da dire però che i miei avversari sono forti e in classico non li avevo mai battuti, quindi servivano tutte le energie per riuscirci stavolta».

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