Se è Beethoven a salvarti in bagno dal tormentone rétro 'Gangnam Style'

Il nostro diario quotidiano dalla Corea del Sud, un racconto diretto di quanto sta accadendo ai Giochi invernali
Se è Beethoven a salvarti in bagno dal tormentone rétro 'Gangnam Style'© EPA

PYEONGCHANG (COREA DEL SUD) - Per Elisa. Superato il piacevole sconcerto iniziale, affondiamo nell’emozione. Da dieci giorni in ogni pista o palazzo di gara ce lo stanno facendo a fette con Gangnam Style, spingendo gli spettatori più giovani e arditi a balli sfrenati con l’esca di essere inquadrati in mondovisione. Con l’unica e malsana conseguenza di farci ascoltare ancora e ancora il tormentone disco di questa specie di Kim Jong-un del mixer. Roba francamente passata, per altro. Non qui evidentemente. Ma ecco che nelle mie orecchi risuona il piano rilassante e romantico di Beethoven. Dove? Nel gabinetto da campo allestito fuori dalla sala stampa dello sci di fondo. Proprio così, nel cesso. Qui mettono Beethoven nel cesso. Ma prima che qualcuno di voi si precipiti a protestare sui Social e chiedere una campagna internazionale di salvataggio per i capolavori della musica classica, vi stoppo. È un’idea straordinaria, magnifica. Per qualche attimo di questa Olimpiade frullatore senza sonno e senza fuso orario mi permette di uscire dallo spazio e dal tempo. Senza contare che un momento che potrebbe anche essere complicato si trasforma in un gioioso inno alla felicità. Roba da non uscire più. Peccato che qualcuno bussi alla porta. Peccato che bisogna correre in pista, non prima di aver utilizzato come prescritto il disinfettante a secco nell’immancabile dispenser appoggiato nella mensolina bonsai sopra il lavandino ancor più miniaturizzato. Ma chissene, in testa abbiamo Beethoven. E ci resta fino a notte fonda, quando torno in stanza, al ventesimo piano dell’anonimo palazzone 608 dell’ancor più anomimo (e inquietante) Villaggio Media che dopo i Giochi verrà trasformato in quartiere residenziale. Entro in bagno sognando di risentire quelle note. Trovo una sorpresa. È intasato, l’acqua esce d’appertutto in un crescendo di angoscia. L’eroica. Fuga verso il letto e una notte di incubi.

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